Di quale occupazione stiamo parlando?

Se i dati statistici fossero inappuntabili non sarebbero considerati come lavoratori occupati chi per pochi giorni l'anno presta una qualche attività lavorativa.  Se guardate i siti vi accorgerete di sapere tutto sul trattamento dei dati, sulla riservatezza, ma ben poco sul metodo di ricerca e di raccolta dati, occupato è colui che nella settimana antecedente alla rilevazione risulta avere lavorato almeno una ora. Basta ciò per capire che ogni rilevazione attesterà un numero di occupati decisamente maggiore di quanti siano realmente a lavoro. Ma quanti sono gli occupati che possono vantare un contratto a tempo indeterminato? E quanti coloro che hanno un altro contratto pur precario?

Dalle ultime rilevazione risulta che gli occupati siano in aumento di 62mila in più rispetto a febbraio, il tasso di occupazione è al 58,3%, praticamente allo stesso livello del periodo ante crisi nel novembre 2008.

Ma guardando i singoli dati ci accorgiamo che i lavoratori cosiddetti indipendenti sono quelli che aumentano maggiormente, ma il lavoro è un problema di genere se le donne occupate continuano a calare.

Nel confronto con marzo 2017, ci sono circa 190mila occupati in più ma la crescita è dovuta ai lavori a termine mentre calano i disoccupati, gli inattivi e gli indipendenti I giovani continuano ad avere dati di disoccupazione elevati, sono al 36% rispetto alla media dei 28 paesi Ue che è al 15,6.

Chi pensava che il lavoro gratuito e la buona scuola fossero determinanti per la ripresa dell'occupazione giovanile, oggi hanno un elemento in più per ricredersi.

FEDERICO REDAZIONE PISANA