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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Nove morti sul lavoro in un solo giorno: la realtà è drammatica e fuori controllo!

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Giovedì 3 giugno: 9 lavoratori morti sul lavoro a fronte di una media che vede tre decessi al giorno. Poco importa che molte di queste morti sia “in itinere”, crescono a vista d'occhio gli infortuni, spesso mortali, verificatisi nel tragitto casa- lavoro, lavoro-casa. Colpa del traffico o del fato? 

Noi pensiamo che molti infortuni sul lavoro siano prodotti dalla stanchezza derivante da carichi di lavoro in continuo aumento, da orari impossibili, dalla mancanza di tempi di riposo tra un turno e l'altro, dal pendolarismo a cui sono costretti sempre più lavoratori e lavoratrici. Per conservare il lavoro si è costretti a percorrere decine di km al giorno, se al lavoro aggiungiamo i tempi per gli spostamenti comprendiamo come la qualità delle nostre esistenze sia sempre più a rischio.

La qualità della vita è anche derivante dal tempo libero e dal potere di acquisto salariale, dalle condizioni materiali nelle quali si vive e si lavora.

Perché aumentano allora morti e infortuni sul lavoro in Italia?

Se guardiamo ai dati statistici, infortuni e morti sembrano in calo perché veniamo dai mesi del lockdown nei quali sono diminuite le ore lavorate, meno lavoratori in produzione, milioni operanti in smart.

In realtà siamo davanti a una situazione molto chiara: si precarizza il lavoro e peggiorano le condizioni di vita, le condizioni di salute e sicurezza non possono che deteriorarsi e, nel nome della ripartenza, anche con la revisione degli appalti, il rischio è di trovarci davanti a una situazione in costante peggioramento.

 Non si tratta solo di rivendicare normative più severe contro infortuni e morti sul lavoro, dovremmo potenziare e rilanciare la medicina del lavoro, prevedere il reato di omicidio sul lavoro, guardare prima di ogni cosa alle condizioni oggettive in cui si vive e si lavora perché aumentando la precarietà e l'insicurezza sociale anche salute e sicurezza saranno minacciate. 

Gli Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) non possono ridursi a ruoli istituzionali e il sindacato, se accetta la logica della riduzione del danno barattando per pochi aumenti condizioni lavorative peggiori, è destinato a perdere quanto resta della sua credibilità. Se anno dopo anno saremo a contare infortuni e morti, vorrà dire che avremo fallito nel nostro compito: difendere i lavoratori e le lavoratrici!

È arrivato il momento delle scelte per tutti\e.

Redazione pisana di Lotta Continua Da: http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com

 

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