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Tanto cara mi fu la pensione

Tanto cara mi fu la pensione

Da quando hanno introdotto il sistema di calcolo basato sui contributi effettivamente versati le nostre pensioni hanno iniziato a perdere potere di acquisto. Ma attenzione: il peggio deve ancora venire, quando tutti gli anni lavorativi saranno calcolati con un unico sistema (il contributivo) gli effetti saranno tangibili con una perdita dell'assegno superiore del 30% 

Chi andrà in pensione tra 15\20 anni potrà confrontare l'assegno previdenziale con quello dei loro padri e scoprire che le riforme previdenziali per 20 anni hanno avuto un solo obiettivo quello di tagliare l'assegno condannando gli anziani di domani a una vita grama. Chi ha maturato contributi dopo il 1995 vedrà calcolare la sua pensione solo e interamente sul sistema contributivo.

Il ministro Di Maio  pochi giorni fa è tornato a parlare di tagli alle pensioni più ricche a sostegno di quelle povere, un principio di equità sociale che stride fortemente con la tassazione non progressiva che il Governo dovrebbe adottare nel 2020.  detto sul principio di equità invocato per giustificare la politica.

Ma nel ragionamento del Movimento 5 Stelle c'è ben altro, ossia l'idea che le pensioni debbano avere una diretta corrispondenza con i contributi effettivamente  versati, siamo dentro, e senza via di uscita, a quel sistema di calcolo contributivo che poi è la madre di tutte le iniquità  Eppure ripristinare il sistema di calcolo della pensione sul modello retributivo a  prevedere una tassazione proporzionale al reddito  percepito dovrebbero essere i punti di partenza per costruire una società più equa e solidaristica....

 

A cosa mira allora Di Maio quando parla di taglio alle pensioni ricche? Intanto a fare cassa visto che dovranno rispettare i tetti di spesa imposti dalla Bce ma l'obiettivo è più ambizioso, ossia tentare la carta di ricalcolare l'assegno applicando il sistema retributivo anche per chi ha maturato i contributi con il vecchio sistema. È forse generosità quella del ministro del Lavoro o una mera imposizione?  Pensiamo che dietro alle parole dei pentastellati ci sia un disegno strategico, quello di presentarsi come paladini dei più poveri applicando le ricette dei ricchi, o meglio senza discostarsi dai dettami di Bruxelles. In questo modo si cancellerebbe ogni rivendicazione collettiva per applicare a tutti\e il sistema retributivo nel calcolo dell'assegno previdenziale e accrescere così il potere di acquisto.

Ma gli scenari potrebbero essere anche altri: si chiederanno indietro i soldi (da quale anno si ricalcoleranno le pensioni e soprattutto con quale supporto giuridico?) o si applicherà da ora al futuro il nuovo sistema? Si va verso a un taglio dell'assegno che tenga conto anche del passato? Insomma dal dire al fare corre grande differenza.  Non si tratta di tutelare le grandi pensioni ma di capire dove ci porterebbe una scelta come quella prospettata da Di Maio. Gli strumenti di equità sociale potrebbero essere ben altri, per esempio applicare il sistema retributivo alle pensioni sotto una certa soglia e alle altre il modello contributivo, altra soluzione prospettata sarebbe una tassazione maggiore per redditi da capitale, salari e pensioni alte risparmiando soldi da destinare ai ceti sociali meno abbienti

Ma dubitiamo fortemente che questa sia la strada che intraprenderà il governo.

 

 

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