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A Palazzo Chigi stanno già pensando a come salvarsi, magari con una manovra di correzione, non definita tale, alla Legge di Bilancio varata a dicembre. Le clausole di salvaguardia sono ormai l'ancora a cui si appiglia un Governo che annuncia riforme radicali ma poi si ferma a mezza strada appena la Troika o la BCE invocano il rispetto dei parametri di Maastricht, clausole presenti anche nel decretone su reddito di cittadinanza e pensioni.

Vogliamo provare a capire qualcosa ?

Le previsioni di spesa non sempre sono azzeccate, si fanno riforme senza certezza sulla loro copertura economica, allora per salvarsi in calcio d'angolo si prevede  "una riduzione degli stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero competente" il che significa impiegare i soldi fino a quando ci sono, poi fermarsi a metà del guado invocando il pareggio di Bilancio in Costituzione, il famigerato articolo 81 introdotto dal Pd che  " assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio". Se i soldi non bastano ci si ferma prima per non parlare poi degli esodati ancora da sistemare, insomma l'annuncite del Governo e in particolare di Salvini e di Maio , il loro decisionismo stride con le clausole di salvaguardia e una prassi governativa disarmante anche sotto l'aspetto prettamente capitalistico.

 Bankitalia parla di crescita dello 0,6%, meno di quanto parlasse il Governo meno di un mese fa (1%) Che poi ci siano le agenzie di rating e il potere finanziario a influenzare le manovre e i dati economici è cosa risaputa ma quanto previsto dal Governo in materia di crescita, lavoro ed economia non sta in piedi e allora i soldi mancanti dovranno trovarli da spending review, dismissioni immobiliari fermo restando che i benefici della fattura elettronica sono ancora tutti da scoprire e verificare.

Qualcosa dovrà accadere, per esempio il 31 Gennaio prossimo quando l’Istat pubblicherà i dati di stima preliminare del Pil dell’ultimo trimestre 2018. E a Febbraio arriveranno gli appuntamenti europei, poi le tabelle Eurostat e in primavera il Def , insomma settimane prima delle elezioni europee piene di impegni e di insidie.

Nel frattempo proseguono le dichiarazioni del Governo su una ripresa imminente che nessuno intravede, fanno perfino marcia indietro sul decreto Dignità per sposare le tesi padronali che da mesi chiedono la cancellazione delle norme che limitano il ricorso al tempo determinato prevedendo oneri aggiuntivi per le imprese.

 Ultimo dato: le proteste nelle scuole occupate in varie città italiane a smascherare l'operazione del Governo su scuole sicuri, una operazione prettamente poliziesca smascherata dietro a immobili senza manutenzione e fatiscenti per la gestione dei quali servirebbero soldi, quei soldi che invece mancano. Eppure basterebbe tagliare la produzione di qualche caccia da guerra ma ormai anche gli aerei da guerra sono considerati una risorsa, trasformazione miracolosa avvenuta sedendo nei banchi della Maggioranza.

Poi se qualcuno vede le riprese economiche laddove non ci sono ci si meraviglia, ne vedremo delle belle, statene certi, siamo solo all'inizio

Redazione Pisa Lotta Continua