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Nella notte tra il 18 e il 19 febbraio del 1999 ci lasciava “Cespuglio” al secolo Angelo Brambilla Pisoni.

Da sempre convinto compagno di LC ricoprì incarichi di responsabilità nell'organizzazione contribuendo sia alla sua crescita sia alla riuscita del quotidiano che di LC fu uno degli assi portanti.

Decise poi, con molti altri compagni, di non chiudere l'esperienza dopo il congresso di Rimini e di non arrendersi a uno scioglimento nel movimento che avrebbe comportato il rientro nel privato di migliaia di compagni, o la consegna dei loro corpi al mercato dello spaccio oppure il salto nelle formazioni combattenti, cosa che avrebbe comportato il loro annientamento in una battaglia prematura per il sentire dei proletari in lotta.

Fu presenza portante nel passaggio da Lotta Continua a Lotta Continua per il Comunismo, divenendone responsabile in anni non facili per chiunque si dichiarasse comunista e rivoluzionario. Anni durante i quali la repressione dello Stato colpiva indiscriminatamente avvalendosi di leggi speciali per reprimere e stroncare ogni voce di protesta. La sua capacità di leggere la fase portò LCxC a rappresentare un punto avanzato di analisi e di elaborazione in grado di indicare con chiarezza i nuovi scenari e di lottare senza mai chinare il capo. Sempre capace di costruire percorsi di dialogo con i diversi settori del movimento, aveva quale punto fermo la necessità di dotare il proletariato di strumenti adeguati alle lotte. Sia nei momenti bui della repressione, sia quando lo Stato, più tardi, cercò di attaccare la nostra storia, la sua voce si levò chiara per difendere le scelte compiute collettivamente e smascherare le falsità artatamente costruite. Non dimenticò di ricordare a tutti che in quegli anni si combatté una battaglia per la presa del potere e che, quindi, gli strumenti di cui ci si dovette dotare avevano la necessità di essere commisurati al livello di scontro in atto, non indulgendo, così, a postume letture pacifiste, estranee al percorso di LC.

Anche quando, come dirigente nazionale di PRC prima e di PdCI poi, si trovò a dover gestire strutture "istituzionali", mai cessò di porsi in termini rivoluzionari, cercando di costruire un soggetto collettivo capace di affrontare le sfide per la conquista del potere.

Il nostro ricordo e il nostro affetto è sempre vivo e forte nei nostri cuori per chi è stato un fratello oltre che il "compagno Cespuglio". Non è mai mancata una sua parola di conforto ricca di grande umanità per noi più giovani e meno giovani.

Uomo colto e di grande intelligenza univa queste sue doti alla lucida analisi degli eventi.

Manchi compagno Cespuglio.

Redazione Lotta Continua Milano