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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Li hanno cacciati da Facebook: e ora?

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Lunedì pomeriggio Facebook ha bloccato le pagine locali e nazionali di CasaPound e Forza Nuova, assieme a quelle di alcuni personaggi di spicco dei due partiti. La motivazione addotta dall’azienda californiana è che “coloro che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram [..] indipendentemente dalla loro ideologia”.

Bene! Se da sempre ci battiamo per la chiusura dei covi neri nelle nostre città, l’oscuramento dei loro avamposti digitali è un risultato importante. La propaganda online ha giocato un ruolo fondamentale nella sovresposizione mediatica dell’estrema destra, che prima di altri ha compreso le potenzialità dei social network per la diffusione del proprio liquame ideologico.

La rete rappresenta anche un’importante fonte di finanziamento per questi partiti. Come documentato da numerose inchieste giornalistiche, attraverso la pubblicità e la vendita online di abbigliamento, vessilli, paccottiglia nostalgica e materiale da palestra, i “neri” hanno potuto godere di una notevole disponibilità economica.

Per questi motivi, la chiusura delle pagine Facebook e Instagram rappresenta un problema non secondario per Casa Pound e Forza Nuova, in termini di visibilità, di reclutamento e di sostentamento economico.

Tuttavia, indagando le motivazioni della decisione e le prevedibili risposte dei due partiti, emergono rischi da non sottovalutare.

Facebook ha agito in base a un regolamento interno sul quale nessuno di noi ha alcun potere. Non è stata citata la costituzione antifascista né le leggi che vietano la ricostruzione del partito fascista, ma una generica colpa di diffusione di odio “indipendentemente dalla [..] ideologia”. Ed è questo dettaglio a preoccupare.

Secondo la razionalità di Facebook, l’odio della destra nei confronti di migranti, minoranze e “zecche” può essere messo sullo stesso piano del sacrosanto odio di classe o nei confronti del fascismo. È accaduto in passato a compagni e compagne di essere bloccati per post antifascisti o per aver portato avanti discorsi considerati “eccessivi” dai sacerdoti californiani dell’ordine neoliberale. In parole povere, a rischio blocco oscuramento sono e restano anche tutti coloro che si muovono sul terreno della sinistra “extraparlamentare”, in una riproposizione 2.0 della vile retorica degli “opposti estremismi”.

Ci sono poi aspetti pratici ancor più pericolosi.

I due partiti hanno sedi sparse in tutta la penisola e documentate connivenze con le forze dell’ordine, per cui credere che l’oscuramento delle pagine Facebook equivalga alla loro definitiva scomparsa è un’illusione da anime pie.

In tal senso, l’immediato richiamo del segretario di Forza Nuova ad una ripresa di “pratiche militanti”, comporterà più movimentismo, più presenza territoriale e più violenza. Di questa realtà dobbiamo occuparci, prendendo le necessarie contromisure.

L’estrema destra non sarà spazzata via da un blocco di Facebook, come vorrebbe farci credere chi non ha mai avuto a che fare con questi individui al di fuori degli anodini spazi del web. La pratica antifascista deve continuare come e più di prima, perché’ questo risultato non si traduca in una vittoria di Pirro.

Lorenzo – Pisa

 

 

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Martin Eden. Recensione.

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Commenti 1

Ospite - Gaspare D'Angelo il Mercoledì, 11 Settembre 2019 16:13

Adesso bisogna cacciartli dalla faccia della terra
Anche le fogne si son rotte le palle e non reggono più il puzzo di fascio

Adesso bisogna cacciartli dalla faccia della terra Anche le fogne si son rotte le palle e non reggono più il puzzo di fascio
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