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Passato il Governo Conte sono rimasti i decreti-legge approvati tra i quali il Pacchetto sicurezza. Non è la prima volta che le smemorate opposizioni, salite al potere, dimenticano i buoni propositi e anche la peggior legge approvata non viene abrogata, è già accaduto con le norme emergenziali negli anni Settanta e Ottanta, la storia si ripete con i due decreti sicurezza.
Due decreti in perfetta continuità e soprattutto con un precedente pericoloso rappresentato dalle normative sul degrado di Minniti sulla sicurezza urbana e dallo stravolgimento operato del Testo unico sugli enti locali con i superpoteri affidati ai sindaci.

Ma restiamo all'argomento di cronaca con gli operai del Si Cobas di Prato raggiunti da sanzioni per migliaia di euro a seguito dello sciopero di questa estate.

Agli operai e al Si cobas va la nostra solidarietà ma non prima di avere riflettuto su alcuni fatti

Se qualcuno avesse avuto dubbi in merito ai molteplici obiettivi delle normative volute dall'allora Ministro degli Interni (e votate anche da chi oggi sta al Governo come il Movimento 5 Stelle), le sanzioni pecuniarie ai danni dei lavoratori cancellano ogni dubbio e dimostrano che la natura repressiva di determinate leggi ha come finalità quella di prevenire e colpire le forme di lotta più radicali della forza lavoro. Chi invoca oggi la Francia come esempio di radicalità sindacale dovrebbe prima chiedersi per quale ragione oggi in Italia esistono le normative meno garantiste e democratiche in materia di sciopero e libertà sindacale. Le ragioni sono le stesse che hanno portato all'amnesia su contenuti e obiettivi del Pacchetto Sicurezza. Queste leggi non vanno ripensate, vanno solo abolite altrimenti non si creeranno le condizioni per affermare concretamente diritti come quelli a manifestare in difesa dei posti di lavoro e per condizioni di vita dignitose

Federico Giusti – Pisa