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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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La marcia per la dignità e per il ritiro delle Multe contro gli operai di Prato.

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La marcia per la dignità e per il ritiro delle Multe contro gli operai di Prato. La Prato degli operai sfruttati: il Pd che invoca ordine e repressione, la Cgil diserta la piazza

"Pretendo che prefetto e questore diano una spiegazione di quanto è accaduto oggi a Prato. È  inaccettabile che chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico abbia consentito ad un corteo di mettere a rischio la città in un sabato pomeriggio in cui le famiglie vanno in centro con i propri bambini a fare acquisti. L'autorizzazione della questura era fino a piazza San Marco, non so cosa sia successo ma i manifestanti hanno percorso tutto il centro fino a piazza del Comune".

Sono le parole del  Matteo Biffoni, sindaco di Prato dal 2014, a capo di una giunta di centrosinistra. Ma ancora più dure sono le parole dei dirigenti del Pd locale che chiedono apertamente le dimissioni del Questore, "reo" a loro dire di avere permesso al corteo di sfilare nel centro storico turbando la passeggiata prefestiva e lo shopping nei negozi del centro.

Non siamo in una città del Nord leghista ma in Toscana, in un Comune governato dal Pd, in una città alle porte di Firenze con un grande distretto industriale tessile, vie piene di capannoni ove operano ditte cinesi sovente senza alcun rispetto delle normative sulla sicurezza. E se cinesi sono i datori di lavoro, africani e cinesi sono le maestranze con orari degni delle fabbriche nel sud est asiatico. Poco o nulla sappiamo delle condizioni di vita e di lavoro in queste realtà, ma siamo certi che anche il Sindaco dovrebbe interessarsene.

Sabato 18 Gennaio, a Prato, sono arrivati quasi 2000 manifestanti, numerosi gli autobus dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Emilia Romagna, in gran parte aderenti al SI cobas e all'ADL ma in piazza si sono visti anche striscioni  e bandiere della minoranza Cgil, della Cub,  dei Cobas, dell'Usb Comune di Firenze, rappresentanze del consiglio di fabbrica Gnk e Piaggio oltre a realtà politiche come il Coordinamento comunista toscano, Rifondazione Comunista, Sinistra anticapitalistica, Anpi, Potere al popolo, Carc, Fronte di Lotta No Austerity)

La marcia era stata lanciata da settimane dopo l'arrivo di oltre 20 sanzioni di 4000 euro per blocco stradale agli operai in sciopero e alle giovanissime studentesse scese con loro in piazza.

Multe per blocco stradale, in ossequio al decreto Salvini, stando alle parole del Primo Cittadino pratese si capisce che la cancellazione dei decreti troverebbe tra gli oppositori anche ampi settori del Partito democratico e così si spiega l'arcano, ossia il fatto che quei decreti siano ancora vigenti sei mesi dopo l'insediamento del nuovo Governo. E si capisce la ragione per la quale  il Pd, l'Arci e la Cgil abbiano criticato di quei decreti solo la parte relativa ai flussi migratori ma non le norme contro i manifestanti e i reati di piazza.

Hanno ragioni da vendere Si Cobas e altre realtà del sindacalismo di base conflittuale come Sgb Toscana che in una nota entra nel merito delle questioni:

I decreti sicurezza continuano a produrre danni, le multe per blocco stradale inflitte ad operai e solidali sono la dimostrazione lampante che queste leggi erano pensate per reprimere le istanze degli operai, del movimento dell'abitare, degli studenti e di quanti rivendicano diritti inalienabili come casa, istruzione, lavoro, retribuzioni dignitose.

I decreti sicurezza prevedono sanzioni e pene particolarmente pesanti contro i reati di piazza, siamo in presenza dell'inasprimento di pene già previste dalla Legge Reale che sviluppava quel Codice Rocco di epoca fascista mai cancellato nella Italia repubblicana.

Il Governo Conte 1 e il Ministro Salvini altro non hanno fatto che intervenire nel codice penale inasprendo oltre ogni limite il trattamento sanzionatorio di fatti commessi nel contesto di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico.

Il pacchetto sicurezza non è che la continuazione, fino alle conseguenze estreme, della repressione dei reati di piazza, le sanzioni ai danni degli operai e dei solidali dimostrano che queste leggi erano state pensate per reprimere le manifestazioni e le mobilitazioni nei luoghi di lavoro e nella società, manifestazioni spesso dovute al contrasto  di illegalità derivanti dallo sfruttamento selvaggio della forza lavoro, dalle speculazioni immobiliari che negano il diritto all'abitare e a condizioni di vita dignitose.

Ritirare le multe e abrogare i Decreti sicurezza è la nostra parola d'ordine e il comune obiettivo per rispondere alla criminalizzazione delle lotte operaie e sociali

La manifestazione di ieri, conclusasi con una carica della polizia, ha sancito una profonda frattura, da una parte chi rivendica legalità a senso unico, dall'altra quanti invece denunciano condizioni di sfruttamento e assenza di elementari diritti.

Non possiamo più stare a guardare, occorre schierarsi e prendere posizione, giusto per capire chi sta dalla parte degli sfruttati e chi invece degli sfruttatori

 

Redazione pisana Lotta continua

 

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