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Al liceo Galilei di Pisa gli studenti denunciano le offese ricevute dagli insegnanti

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La notizia apparsa sulla stampa locale è stata ripresa anche dai media nazionali, parliamo di una pubblica denuncia degli studenti del liceo classico Galilei di Pisa contro i loro stessi docenti

La notizia, al fine di far comprendere quanto stiamo per scrivere, è consultabile anche on line al seguente link: http://www.pisatoday.it/cronaca/insulti-studenti-professori-liceo-galilei-pisa.html

I fatti saranno appurati dagli ispettori ministeriali, l'uso del condizionale è d'obbligo ma bisogna rendere omaggio al coraggio di questi studenti che hanno denunciato alcune situazioni da loro vissute.

La parola degli studenti contro quella degli insegnanti?

Il liceo classico è da sempre una scuola elitaria, frequentata per lo più dai figli delle classi agiate (senza generalizzare), dai suoi banchi è uscita non solo la classe dirigente del paese ma anche attivisti e leaders di movimento.

Nel corso degli anni il prestigio del classico è diminuito, sono intervenuti cambiamenti importanti con lo studio della lingua straniera per i 5 anni, rispetto ai due di un tempo, ma altri cambiamenti sarebbero necessari e auspicabili.

Non è questa la sede per discutere dei programmi di studio della scuola ma prendiamo spunto dal fatto di cronaca per riflettere su tre questioni di grande attualità

  • in questi giorni stanno arrivando decine di provvedimenti disciplinari a carico degli studenti occupanti, chi ha occupato viene ritenuto oggettivamente responsabili di atti di vandalismo che hanno provocato migliaia di danni. Temiamo che i procedimenti in atto siano solo l'inizio e seguiranno denunce penali. I docenti sono i primi a puntare il dito contro gli studenti invocando spesso punizioni esemplari. È venuto meno il ruolo tradizionale dell'insegnante al posto del quale si afferma la visione securitaria del sorvegliante, le occupazioni sono atti illegali e per questo vanno perseguite. Non pensiamo che il corpo docente debba prendere parte all'occupazione ma neppure disinteressarsene o giudicare questi atti un affronto. Le proteste nascono da un fatto reale, ossia dalla condizione di fatiscenza in cui versano gli edifici scolastici con i soldi non stanziati dalla legge di Bilancio. Ne parla un dossier dell'Unione Province Italiane che documenta, città per città, gli interventi necessari con i relativi costi. Perché i sindacati della scuola (nessuno escluso) e i docenti tacciono davanti a questa situazione? Se le scuole cadono a pezzi è un problema dei soli studenti oppure di tutti coloro che operano negli istituti, docenti e non docenti? Il disinteresse verso queste problematiche acuisce la distanza tra studenti e docenti, alimenta un clima di reciproca diffidenza quando su determinati argomenti non dovrebbero esserci divisioni, ma unità di intenti.
  • in questo contesto matura la denuncia degli studenti che accusano i loro professori di atteggiamenti intimidatori e discriminatori. Perché nessun sindacato ha preso posizione al di là di fatti che andranno comunque appurati? Non sarebbe compito del sindacato aprire un dibattito pubblico? Di fronte a circostanziate accuse non sarebbe il caso di aprire un confronto reale sulle modalità di insegnamento, sui ruoli e sui comportamenti da tenere al fine di restituire un ruolo educativo e formativo alla scuola stessa? Se fino da ieri sul banco degli imputati c'erano gli studenti occupanti ritenuti responsabili dei danni recati ai materiali scolastici, oggi sullo stesso banco siedono i docenti del liceo. Vogliamo continuare a gestire i problemi secondo logiche processuali o entrare nel merito delle questioni?
  • la diffidenza dei giovani verso gli adulti ha portato ad una chiusura dei movimenti studenteschi ma le responsabilità di questa situazione ricadono sugli stessi docenti e sui sindacati della scuola silenti verso la fatiscenza dei plessi scolastici e una scuola impoverita da tagli continui e da programmi ministeriali discutibili. La scuola azienda, la scuola del presunto merito degli invalsi sta bene anche ai docenti e ai genitori?

Redazione pisana Lotta continua

 

 

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