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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Gli ammortizzatori che mancano in tempi di coronavirus

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Gli ammortizzatori sociali sono carenti, non riescono a coprire tutte le richieste e le necessità reali, la emergenza Coronavirus non fa altro che palesare un problema più volte denunciato: gli ammortizzatori sono stati ridotti per durata e platea dal Governo Renzi quando invece andavano ripensati e rafforzati, i governi succedutisi non hanno operato scelte radicali e dirompenti.

Le aziende piccole e di medie dimensioni vivono una situazione drammatica, da qui la decisione di ripristinare la cassa integrazione in deroga per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, per le aziende che hanno dipendenti domiciliati o residenti in queste tre regioni e non possono recarsi a lavoro perché abitanti in zone sottoposte a quarantena.

Il coronavirus si sta allargando, senza creare inutili allarmismi ci chiediamo cosa farà il Governo una volta che l'emergenza nelle tre regioni dovesse estendersi altrove. Anche nelle aree non colpite dall'epidemia stanno arrivano licenziamenti, numerosissimi nel settore alberghiero e del commercio.

La Cigd viene riconosciuta ai lavoratori privi delle tutele oggi previste, ad esempio aziende con meno di 5 addetti che non hanno diritto alla cassa integrazione ordinaria. È un segnale importante, ma non sufficiente, ad esempio molti lavoratori e lavoratrici sono stati messi/e a casa senza retribuzione e sono costretti\e a utilizzare ferie e Rol o andare a recupero con fantomatiche banche orarie.

Ma i provvedimenti intrapresi non sono sufficienti   così come non basta l'assegno di solidarietà del Fis (Fondo di integrazione salariale), per le riduzioni di orario che superano il 60%. Sono assai più numerosi i lavoratori e le lavoratrici in attesa di risposte, Enti locali e Stato stanno ad oggi acquistando tempo.

Ad esempio il Fis non copre tutti\e, sono esclusi i datori di lavoro domestico, la nuova Cigd spetta invece al settore agricolo, per il quale "la prestazione non può essere equiparata a lavoro ai fini del calcolo della disoccupazione agricola".

L'ammortizzatore è uno strumento utile, anzi indispensabile, per lavoratori e lavoratrici delle tre regioni sopra menzionate ma il problema non si risolve per lavoratori/trici di tutte le altre Regioni,  parliamo della forza lavoro che in questi giorni è a casa per la chiusura di scuole o la sospensione di servizi, oppure perché stanno consumando le ferie ancora non maturate in attesa di tempi migliori e , qualora questi tempi non dovessero arrivare, si apriranno le porte deli licenziamenti. Serve allora non solo un accordo sindacale ma una idea ben definita di quali siano gli ammortizzatori sociali necessari e indispensabili e subito dopo fondi a disposizione dell'Inps che poi dovrà erogare le prestazioni, E qualora si dovesse raggiungere il tetto di spesa disponibile, cosa farà il Governo? Sarà costretto a emanare decreti e trovare altri fondi. Allora perché non pensarci fin da ora e aprire una vertenza nazionale sugli ammortizzatori?

Redazione pisana di Lotta Continua

 

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