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Coronavirus: negli Stati Uniti i carcerati produrrano igienizzanti per mani senza poterli utilizzare.

carcere

 

Mentre le carceri italiane sono in rivolta, con dodici detenuti uccisi, negli Stati Uniti hanno pensato ad un utilizzo alternativo per i prigionieri: produrranno igienizzanti per lo Stato senza poterli utilizzare.

A New York, nonostante l’epidemia di Covid 19 sia ancora agli inizi, gli igienizzanti per le mani (come l’Amuchina) sono già introvabili in negozi, farmacie e online. Per ovviare a questo problema e disincentivarne la vendita sottobanco a prezzi gonfiati, il governatore Cuomo ha deciso di commissionarne la produzione a una controllata statale (Corcraft) in grado di produrne fino a 100,000 galloni al giorno. “I nostri prodotti sono più convenienti rispetto a quelli presenti sul mercato” si è vantato durante la conferenza stampa dello scorso 9 marzo (qua il video) “e hanno una qualità migliore”.

Il perché del prezzo è presto spiegato: a produrre l’igienizzante saranno i detenuti del penitenziario di Central Meadow, per un salario che varia tra i 30 centesimi e 1 dollaro l’ora. Il tredicesimo emendamento alla costituzione americana abolì infatti la schiavitù e i lavori forzati, ad eccezione che per i responsabili di determinati crimini. Questa modalità di lavoro, senza alcun tipo di tutela e con salari irrisori, è stata oggetto di aspre lotte da parte dei detenuti, con due scioperi negli anni passati che però non hanno sfondato il muro di gomma del complesso carcerario industriale.

I carcerati, oltre alle terribili condizioni di lavoro e alla paga irrisoria, non potranno neppure utilizzare l’igienizzante prodotto, perché’ a causa dell’elevato contenuto di alcool (75%) rientra tra i beni non ammessi all’interno del penitenziario. Insomma, che si ammalino pure ma solo dopo avere prodotto abbastanza igienizzante per il commercio esterno.

Ma la perversione del potere nei confronti dei detenuti non si ferma certo alla produzione di disinfettante in condizioni di schiavitù. I piani straordinari della municipalità di New York in caso di calamità naturali e pandemie, messi a punto nel 2008, prevedono che in caso di saturazione del sistema cittadino di smaltimento di corpi i detenuti del carcere di Rikers Island saranno impiegati per scavare le fosse comuni. Del resto in tali situazioni l’esercito più potente del mondo sarà impegnato a lanciare missili nucleari contro i tornado e a difendere negozi e supermercati da folle di cittadini affamati

Insomma, tra paradossi e meschinità, il carcere continua a essere uno dei principali terreni di sperimentazione del potere statale.

Da New York

Lorenzo

Redazione pisana Lotta Continua

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