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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Appello dei prigionieri palestinesi, malati e detenuti nelle carceri dell’occupazione israeliana, indirizzato alle organizzazioni internazionali per i diritti umani e a tutti i liberi del mondo

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Salvateci dal Coronavirus prima che le nostre celle diventino le nostre tombe!

Giorno dopo giorno, ora dopo ora, e con la propagazione del

Coronavirus, avvertiamo un pericolo sempre crescente per le nostre

vite nelle carceri israeliane. La pandemia sta minacciando il mondo

intero. Mentre il governo israeliano e tutti gli altri governi

diramano indicazioni ai rispettivi popoli nel tentativo di rallentare

la diffusione del virus, non sentiamo e non vediamo alcuna azione

seria che risponda alla nostra domanda: cosa sarà di noi se il virus

dovesse diffondersi qui, dentro le prigioni? Quali saranno le azioni

pratiche e umane che l’amministrazione carceraria israeliana metterà

in campo nei nostri confronti?

Si sente parlare solo di misure precauzionali messe in atto da parte

dell’amministrazione carceraria. Ma quali sono realmente queste

precauzioni? Si tratta, secondo noi, di “semplice fumo negli occhi”.

Dentro le prigioni ci sono diverse centinaia di prigionieri affetti da

varie problematiche sanitarie, alcune delle quali anche gravi. Altri

hanno problemi respiratori e cardiaci per non parlare di quelli che

sono colpiti dall’ipertensione, dal diabete o da molte altre patologie

croniche.

Ci appelliamo al mondo intero e a tutti coloro che si occupano dei

diritti dell’uomo in quanto esseri umani. Con la malattia che ci

minaccia giorno dopo giorno, di quali diritti godiamo? Non è stata

adottata alcuna misura reale di tutela e non abbiamo visto un minimo

segnale di buon senso e di prevenzione nei nostri confronti. La

negligenza sanitaria e il ritardo nelle cure perseguitano da sempre

le/i detenute/i palestinesi nelle carceri israeliane. Già in passato

molti prigionieri sono deceduti proprio per la mancanza di cure

mediche. Figuriamoci ora che le autorità sanitarie israeliane hanno

già dichiarato di non essere in grado di assorbire il crescente numero

dei pazienti colpiti dal virus.

Come si sa, l’unico modo – e forse l’unica speranza – per ridurre il

contagio e la propagazione del Coronavirus è quello di fare

attenzione, prendere le adeguate misure precauzionali e cautelative ed

applicare rigidamente una serie di pratiche igienico-sanitarie. Ma

l’amministrazione carceraria israeliana non fornisce nulla: nessun

mezzo per la sterilizzazione e nessuna mascherina. Siamo di fronte ad

azioni formali che si avvicinano di più a minacce vere e proprie

piuttosto che a degli accertamenti sanitari o reali pratiche

preventive. L’unico nostro contatto col mondo esterno è rappresentato

dai nostri carcerieri. Loro non esitano ad entrare in contatto con

noi, senza rispettare la distanza di sicurezza, con il rischio appunto

di contagiarci. Gli agenti dell’amministrazione carceraria hanno la

possibilità eventualmente di isolarsi e sottoporsi alle dovute cure.

Noi, ovviamente, no!

La responsabilità di questa situazione è tutta dell’amministrazione

carceraria, del governo israeliano e tutti coloro che si proclamano

difensori dei diritti dell’uomo.

Ci appelliamo a tutte le persone libere: non lasciateci morire nelle

nostre celle, senza alcuna misura protettiva col contagio che si sta

propagando.

O forse dobbiamo fare come hanno già fatto in altre prigioni nel

mondo? Rivoltarci per poi morire colpiti dalle pallottole, prima

ancora di essere uccisi dal Coronavirus?

Il nostro è un grido rivolto al mondo intero. Alleghiamo un elenco dei

nomi di alcune/i prigioniere/i affette/i da svariate patologie. Chi è

interessato può così rendersi conto delle nostre pessime condizioni

sanitarie all’interno delle carceri israeliane. In realtà, l’elenco è

molto più lungo.

Comitato dei prigionieri palestinesi per la difesa dei diritti dell’uomo

 

Alcuni nomi dei detenuti malati:

Mo’tasim Raddad/ tumore intestinale e immune-depresso,

Khaled al-Shawish/ disabile, cateterizzato, iperlipemia e allergia sanguigna,

Mansour Moqadi/ disabile, protesi gastrica e cateterizzato,

Kamal abu Wa’r/ tumore laringeo con problematiche respiratorie,

Ahmad Sa’adeh/ infarto cardiaco,

Walid Daqqa/ patologie cardiocircolatorie, problematiche respiratori e

in trattamento chemioterapico,

Sa’di al-Gharabli/ prostatite, ipertensione, diabete e problemi geriatrici,

Zamel Shallouf/ aritmie cardiache con pace maker, problemi respiratori,

Miqdad al-Hih/ ictus cerebrale emisfero sinistro, dispnea e problemi

gastrointestinali,

Khalil Msallam Baraq’ah/ problemi respiratori e polmonari,

‘Ala’ Ibrahim ‘Ali/ tubercolosi, complicanze respiratorie e problemi

gastrointestinali,

Ayman Hasan al-Kurd/ paraplegico, problemi nel sistema nervoso e

problemi gastrointestinali,

Saleh Daoud/ epilessia, problemi respiratori,

Mohammad Jaber al-Hroub/ epatite per incuranza medica,

Ra’ed al-Hutari/ problemi respiratori, emicrania, gotta,

Hamza al-Kalouti/ gotta gastroenterite, dispnee,

Ibrahim ‘Isa ‘Abdeh/ patologia nervosa, gotta,

‘Ezzeddine Karajat/ respirazione artificiale,

Mutawakkel Radwan/ infarto e problemi respiratori,

Usama abu al-‘Asal/ problemi respiratori e cardiaci,

Khalil abu Ni’meh/ problemi respiratori,

Fawwaz Ba’areh/ cancro cerebrale con momenti di sincope/coma,

Mahmoud abu Kharabish/ crisi respiratoria,

Fu’ad al-Shobaki/ problemi geriatrici,

‘Abd al-Mu’iz al-Ja’abeh/ infarto cardiaco, iperlipemia,

Nasri ‘Asi/ problemi alle tiroidi,

Mamdouh al-Tanani/ diabete, ipertensione, iperlipemia, problemi renali

e altre patologie,

Ahmed E’beid/ problemi circolatori, ipertensione, iperlipemia,

Muwaffaq al-‘Erouq/ tumore intestinale,

Ibrahim abu Mukh/ leucimia,

Musa Sufan/ polmonite,

Israà Ja’abis/ ustione su tutto il corpo, amputazione alcune dita,

Yousef Iskaf/ cardiopatico,

Nabil Harb/ intestino artificiale,

Yusra al-Masri/ infiammazione ghiandolare.

Rete Samidoun – Palestina Occupata

 

 

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