padroni

maggio 27, 2020

L'Italia non ha mai fatto i conti fino in fondo con il suo passato fascista e coloniale, dubitiamo possa farlo con il presente. Scetticismo o realtà?

La settimana appena trascorsa si è chiusa con una nuova Circolare Inail che ha liberato il campo da ogni equivoco in materia alle responsabilità datoriali in caso di contagio e morte da coronavirus.

Il datore di lavoro sarà ritenuto responsabile solo qualora non abbia adottato i protocolli anti Covid, sarà sufficiente avere adottato e mantenuto le normative previste per essere esonerato da qualche responsabilità civile e penale. Ma i protocolli sono stati sufficienti ad evitare i contagi? Di questo Inail e Ministero non parlano e men che mai i sindacati per i quali sottoscrivere contratti e accordi è prioritario a prescindere dai contenuti degli stessi.

Nei luoghi di lavoro, anche quelli tenuti aperti nelle settimane di contagio, pochi Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza provano a dissentire dalla vulgata ufficiale richiamando l'attenzione sul fatto che igienizzare e sanificare gli ambienti necessita l'incremento sostanziale delle ore di pulizia rimettendo mano agli appalti in essere. Come sia possibile assicurare sanificazioni adeguate mantenendo gli stessi orari adottati per pulizie generiche non rientra tra i compiti dell'Inail e forse neppure delle autorità asl o degli ispettorati del lavoro.

L'obiettivo della canea mediatica scatenata dal padronato italiano mira in realtà a rimettere in discussione non solo le regole vigenti in materia di salute e sicurezza ma anche quei principi costituzionale che parlano del diritto alla salute. Ma di questo i sindacati non hanno parlato interessati solo a pubblicizzare i loro patronati per le cause all'Inail dei contagiati o morti da Covid.

La crisi economica e sociale scatenata dal contagio può in teoria rafforzare quelle stesse politiche liberiste e privatizzatrici che poi sono responsabili di tante morti, parliamo dei tagli alla sanità e alle Rsa, dei tagli agli organici negli ospedali o gli scandali di chi non aveva neppure predisposto l'acquisto di dpi.

Non a caso il 2 Giugno scenderanno in piazza Lega e Fratelli d’Italia, il sei a Roma è prevista una marcia delle tifoserie di estrema destra, la destra politica, sociale ed economica prova a strumentalizzare la crisi cavalcando il malcontento.

Difendersi dalla cultura di massa, dalla propaganda e dal sovranismo in salsa neoliberista è necessario e possibile solo se guardiamo alla sostanza dei problemi, se guardiamo oltre alla difesa dello Status Quo come insegnava T. Adorno in una lezione di oltre 50 anni fa (oggi pubblicata da Marsilio: aspetti del nuovo radicalismo di destra).

Già allora Adorno spiegava che il centro non aveva alcun timore ad avvicinarsi alle destre, anzi finiva con l'essere risucchiato dalle destre, un po' come sta accadendo con Forza Italia rispetto a Meloni e Salvini.

È ormai saltata quella alleanza tra democrazia liberale e partiti nati dalla Costituzione, anzi l'assenza di memoria storica a sinistra ha creato le basi per l'egemonia delle destre nei settori popolari alimentando razzismo, xenofobia dietro ai quali si muove, come sempre, la politica liberista alle quali la destra sovranista è legata a doppio filo.

Non si può allora difendere l'esistente senza guardare al passato e al futuro, senza intercettare i bisogni reali dei sempre più numerosi settori in crisi. Adorno, oltre 50 anni fa, guardava ai settori contadini come quelli più inclini a favorire l'ascesa delle destre nazi fasciste (e le sue parole sono state profetiche se pensiamo al Fronte nazionale in Francia), oggi dovremmo fare uno sforzo analogo per comprendere i bisogni reali delle classi sociali e schierarsi in termini radicali a favore di quelle meno abbienti.

Il pendolarismo tra le ragioni dell'élite culturale, la retorica europeista, il richiamo allo Statuto dei Lavoratori che la sinistra al Governo ha semi distrutto, rappresentano un armamentario ideologico destinato a soccombere visto che i padroni stanno già guardando oltre, ai contratti di prossimità e alle gabbie salariali, al salario come variabile dipendente dalla produttività individuale.

Pretendere verità e giustizia per i morti da Covid significa rompere con le politiche dell'austerità e in questa ottica mobilitare lavoratori, disoccupati e giovani, non farlo significa fare il gioco di Confindustria e delle destre populiste che devieranno l'attenzione dai problemi reali, per accaparrarsi simpatie anche nei settori devastati dalle politiche liberiste che hanno sempre caldeggiato.

La flessibilità ideologica dei movimenti di destra avrà la meglio sulla statica difesa dell'esistente da parte dei sindacati confederali, per i quali un ammortizzatore sociale significa silenzio assoluto sulle strategie industriali e produttive delle aziende beneficiarie, sulle politiche da queste intraprese.

Per queste ragioni, ha poco senso nascondersi dietro alla vecchia retorica della sinistra, saremo spazzati via tutti senza avere contrastato, con forza e coerenza, le politiche liberiste dei nostri giorni. Non è tempo di ritirarsi sull'Aventino, è tempo di Ordine Nuovo

Redazione Lotta Continua Pisa

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