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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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Lo spettro del debito si aggira per l'Ue e sulla pelle dei lavoratori. No al liberismo temperato.

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Chiunque oggi racconti che i soldi europei all'Italia sono a fondo perduto e senza condizioni mente e consapevolmente occulta la realtà. Ad esempio la Commissione europea conferma che entro la primavera 2021 sarà valutato come tornare ad applicare le regole del vecchio Patto di Stabilità con tetti di spesa e in sostanza la contrazione della spesa pubblica. E allo stesso tempo non si dice che tra le merci di scambio dei soldi europei ci sono anche ristrutturazioni del welfare e l’ennesima riforma delle leggi che regolano, o meglio stravolgono da anni, il mondo del lavoro.

Per settimane molti hanno parlato di revisione del Patto di stabilità a fronte di una crisi economica e sociale e di un'economia in fase recessiva, oggi invece scopriamo che l'allentamento dei vincoli di spesa è a tempo e presto torneremo alle regole fondanti la Ue.

Nessuna cancellazione allora delle regole dell'austerità ma solo una parziale e temporanea revisione, revisione a tempo e solo per favorire le imprese e il capitalismo europeo bisognoso di aiuti statali e europei. Sarebbe utile, e necessario, comprendere quanti saranno i soldi destinati agli ammortizzatori sociali e quanti invece al sistema delle imprese anche sotto forma di incentivi fiscali che indeboliranno ulteriormente il settore pubblico.

La scommessa del Governo Conte è quella di " conciliare una politica di ripresa degli investimenti con la riduzione del debito pubblico", l'esperienza degli ultimi anni insegna che ogni volta che parliamo di contenimento del debito si finisce con l'applicare ricette liberiste di indebolimento del welfare per far pagare la crisi ai lavoratori e alle lavoratrici, alle classi subalterne.

Con la fine del blocco dei licenziamenti potrebbero arrivare decine di migliaia di tagli occupazionali, nel frattempo registriamo appalti al ribasso, rinegoziazione degli stessi e mancati pagamenti di tanti lavoratori e lavoratrici.

Bisogna allora essere preparati allo scontro di autunno e non cadere nella trappola delle politiche liberiste temperate, politiche già note e che hanno creato danni incalcolabili al potere di acquisto e di contrattazione con scenari repressivi e securitari che porteranno acqua solo alle destre politiche 

Redazione pisana di Lotta Continua

(Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)

 

Le gabbie salariali già ci sono. Il partito unico ...
Più le mandi giù meno potere di acquisto avrai. La...

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