comunisti

Abbiamo partecipato ad una assemblea in rete dei lavoratori e delegati comunisti, alcuni di noi sono intervenuti e altri hanno preferito ascoltare e farsi una idea.

La nostra impressione non è positiva, persistono atteggiamenti di chiusura e di sottovalutazione della realtà.

Senza giri di parole pensiamo che prevarranno le logiche degli orticelli, ciascuna realtà comunista, piccola o grande che sia, e grandi realtà di questi tempi non ci sono, vuole avere le mani libere per scegliere alleanze e percorsi salvo poi rinfacciarsi successi e insuccessi.

Non a caso molti hanno preferito non prendere posizione o lo hanno fatto per contestare l'operato altrui.

Veniamo quindi ai fatti: l'autunno è alle porte e c'è un percorso già avviato, quello del Patto e del Sicobas, poi possiamo anche dubitare sulla bontà di questa scelta ma ad oggi non vediamo altro in campo se non la probabile autoreferenzialità di scioperi generali calati dall'alto e promossi da qualche sigla del sindacalismo di base senza mai cercare e costruire interlocuzioni con altri soggetti

Questi scioperi generali nel corso degli anni hanno perso attrattiva e partecipazione, le parole d'ordine alla fine sono sempre le stesse, rituali e ripetitive, giuste in linea di principio ma inadeguate alla fase, come inadeguata resta la pratica di scioperi con scarsa partecipazione e con manifestazioni territoriali poco partecipate.

I lavoratori e i delegati comunisti potrebbero avere un ruolo diverso e propositivo. Ad esempio contribuire alla ricomposizione dei vari pezzi conflittuali non sotto una unica sigla, ma dentro percorsi condivisi con una analisi della fase aggiornata e un pensiero strategico che scaturisce dalla internità ai conflitti, quella internità che ormai non appartiene più a gran parte del panorama comunisti esistente. Le alleanze non si costruiscono a freddo e ai vertici, ma nei luoghi di lavoro, questo dovrebbe essere l'ABC del nostro operato quotidiano.

I comunisti potrebbero dare un contributo reale all'analisi della fase e con una assemblea darsi almeno un obiettivo: non mettere in contrapposizione date e percorsi avviati, costruire l'unità sulle questioni reali e non solo sul piano ideologico e di facciata (un piano che non serve, ma è solo controproducente per quanto rassicurante), dare contributi reali per la costruzione di piattaforme rivendicative e per iniziative diffuse nei territori.

Non sappiamo se questa assemblea si terrà a Settembre, non farla sarebbe una occasione perduta, ma per metterci attorno a un tavolo, o a un Pc, bisogna tutti\e fare un passo indietro rispetto alle nostre ataviche certezze.

Siamo consapevoli che se in autunno prevarrà la pacificazione sociale promossa da governo e da Cgil Cisl Uil saranno sconfitti non solo i lavoratori e le lavoratrici, ma anche i comunisti che da questa pacificazione, come del resto dai processi repressivi, avranno tutto da perdere. E di questo passo saremo condannati a un ruolo sempre più marginale di testimonianza di un passato lontano.

Questo solo fatto dovrebbe indurre le realtà comuniste ad adoperarsi per la realizzazione e riuscita di assemblee unitarie legati a percorsi conflittuali, viste le divisioni imperanti dubitiamo che ciò accada.

Grande è la confusione sotto il cielo ma la situazione è tutt'altro che eccellente come diceva Mao.