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NO ALLA GUERRA, NO ALL’IMPERIALISMO, NO AL COIVOLGIMENTO DELL’ITALIA

La guerra in Ucraina, annunciata da mesi, è scoppiata.

Come sempre, davanti alle guerre imperialiste, perché tali sono, ci si divide. È un vecchio vizio del movimento operaio, che inizia con la Prima guerra mondiale quando esponenti del sindacato e del partito socialista abbandonarono posizioni antimilitariste per vestire i panni dell'interventismo prima e del fascismo dopo.

Le guerre sono contro i proletari, uno slogan sempre verde che riassume le logiche economiche e finanziarie che le sostengono.

La scelta di non opporsi alle guerre e all'aumento delle spese militari è sempre foriera di sventura, di miseria, impoverimento e di massacri sociali come dimostra puntualmente la storia.

Ma ogni guerra ha bisogno di carne da macello e di entusiasti partecipanti, di sostenitori acritici, di quel sostegno “popolare” attivo abilmente creato dai media di regime. Al contempo, invece di guardare alla natura della guerra, tra gli oppositori si spacca il capello in due alla ricerca di impossibili equilibrismi ideologici, dimenticando che non si tratta di rivoluzioni sociali e popolari nelle quali identificarsi.

Anche nel caso della crisi tra Russia e Ucraina, spalleggiata dalla Nato, ci sono i soliti distinguo, letture parziali ed acritiche.

Noi non abbiamo alcuna simpatia per Putin, per la sua politica interna, il suo antibolscevismo e il suo espansionismo militare. Tuttavia, nell'attuale guerra dobbiamo denunciare il ruolo della Nato, che dalla fine della guerra fredda sotto la guida degli Usa si è insensatamente espansa fino ai confini della Russia.

 Come nota Manlio Dinucci, la NATO ha progressivamente assorbito i paesi dell'Europa centrale e aumentato il proprio budget “per la Difesa degli Alleati Europei a 270 MLD di dollari dal 2014”. E, a scanso di equivoci, la Nato non è il circolo degli scacchi!!

Questa escalation ci ha portato nel baratro di una guerra che non sappiamo come e quando finirà.

L’Ucraina, dopo il colpo di Stato del 2014, ha visto una crescente influenza di settori nazionalisti e apertamente neonazisti nella politica del paese e all’interno delle forze armata, culminata con l’irreggimentazione del battaglione nazista Azov nei ranghi militari.

Focalizziamo l'attenzione sull'aumento della spesa militare dell’Italia.

L’Osservatorio Milex rilancia dati preoccupanti: il budget del ministero della Difesa per il 2022 sarà di 25,8 miliardi di euro, 1,3 miliardi (+5,4%) in più rispetto al 2021.  Ma le spese militari sono difficilmente analizzabili sparse come sono su innumerevoli capitoli di bilancio e così registriamo aumenti quasi di 200 milioni per la Marina militare e i carabinieri, circa 90 milioni per Aeronautica militare, cifre imprecisate per le missioni all'estero.

La pandemia non ha fermato le spese militari ma solo rallentato le spinte alla guerra che nella fase calante (ma solo per i paesi a capitalismo avanzato ...forse) del virus riprendono vigore come soluzione tradizionale alla crisi di sovrapproduzione.

Se l’obiettivo strategico di USA e NATO e UE in questa guerra è il controllo dei territori e delle vie energetiche, oltre ad allontanare Europa e Russia, noi diciamo no all’ennesima inutile strage!

Non un uomo, una base militare o un euro di spesa pubblica italiana per questa guerra!!

Lotta Continua Pisa