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Aumento dei prezzi e speculazione finanziaria

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Aumento dei prezzi e speculazione finanziaria

 In un recente libro, Prezzi alle Stelle, edizione Laterza, Alessandro Volpi, docente all'Ateneo di Pisa, collega l'aumento dei prezzi alla speculazione finanziaria piuttosto che alla inflazione.

La prima domanda alla quale rispondere è semplice: se la produzione cresce e la domanda ristagna per quale ragione i costi dei generi di prima necessità e soprattutto dei prodotti energetici sono saliti alle stelle?

Non siamo davanti ad una sorta di inflazione indotta, di una eccezionale quantità di debito prodotta dagli Usa e dalla Germania e scaricata sugli altri paesi con costi economici e sociali devastanti?

Per quasi 40 anni il costo della vita è rimasto fermo, i salari tuttavia in alcune Nazioni hanno subito una erosione del potere di acquisto, in Italia ad esempio proprio i salari sono aumentati di poco ma sempre, e costantemente, in misura inferiore al costo della vita.

Se il potere di acquisto cala anche la capacità di risparmio delle famiglie subisce dei contraccolpi negativi e nell'arco di alcuni lustri la condizione di vita inizia a deteriorarsi.

In Italia la crescita dell'economia è stata inferiore ad altri paesi dell’Unione Europea, ma le dinamiche salariali sono state decisamente al ribasso, mentre invece i profitti delle aziende, gli sgravi fiscali e gli aiuti alle imprese andavano incrementandosi.

In Italia la moderazione salariale è stata una costante nel periodo fascista e a partire dagli anni Novanta, da quando si sono annullati i meccanismi che collegavano gli stipendi al costo della vita e da allora la caduta verso il basso è parsa inesorabile.

Il ruolo dei sindacati rappresentativi, a partire dal Compromesso storico nella metà degli anni Settanta in poi, salvo qualche occasione, è stato decisamente regressivo, abbiamo perso potere di acquisto e di contrattazione, il ruolo imprenditoriale del sindacato (dalla sanità alla previdenza integrativa senza dimenticare Caf e patronati) ha sostituito i tradizionali compiti propri del sindacato stesso.

Un elemento dirimente della fase capitalistica degli ultimi 20 anni è dato dal fatto che una tradizionale formula economica (i prezzi determinati dal rapporto tra domanda e offerta) è stata totalmente stravolta dai processi di finanziarizzazione e dalle loro continue speculazioni.

Il capitalismo finanziario è la novità assoluta di inizio secolo, fondi di investimento, derivati e una miriade di prodotti sono ormai scatole vuote che fanno il bello e il cattivo tempo nell'economia e determinano impennate e crolli dei prezzi senza che lo Stato riesca a controllare l'andamento dei prezzi.

Alcuni fondi di investimento beneficiano di aiuti europei e sono lasciati liberi di decidere la chiusura di plessi produttivi salvo poi essere chiamati a decidere, attraverso fondazioni e istituti vari, a dettare le linee della riconversione ecologica,

Dinamiche speculative alimentate dalla pandemia prima e dalla guerra poi hanno fatto salire alle stelle i costi del gas salvo poi abbatterli e nei prossimi mesi si preparano a piratesche operazioni attorno al costo del greggio determinando i processi di inflazione che costringeranno gli Stati ad intervenire con misure delle quali le famiglie e i salariati beneficeranno alla pari, o in misura assai ridotta, di quanti questi processi hanno costruito ad arte per accumulare profitti: il capitalismo finanziario, i fondi speculativi

L’inflazione è trainata dal rincaro dell'energia, alimenta la crisi economica e sociale e si serve di politiche monetarie costruite ad hoc per favorire il processo speculativo (prima il quantitative easing e oggi l'aumento del tasso di interesse)

Il prezzo dell'energia e del gas andrebbero invece scollegati tra di loro, ci sono rinnovabili che costano meno del gas, ma per ragioni speculative non vengono invece promosse e salvaguardate, il listino dei prezzi è determinato da borse controllate da derivati e fondi di investimento (ad esempio la Borsa di Amsterdam) che guadagnano ogni volta dalla fluttuazione dei prezzi. 

In Europa paghiamo l’energia necessaria ad ogni paese a prezzi decisamente elevati, questo accade per interessi meramente speculativi, per il peso ormai determinante che hanno i processi di finanziarizzazione dell'economia partiti da quando, oltre 30 anni fa, è stata cancellata ogni distinzione tra Banche di investimento e banche commerciali negli Usa (una misura intrapresa dopo la crisi degli anni Trenta del secolo scorso)

Il ricorso alla guerra diventa costante non solo per il controllo delle vie energetiche, dei corridoi e per nuove tecnologie che un domani saranno esportate in ambito civile. All'ombra della guerra si consumano continui processi di speculazione finanziaria attorno alle materie prime e da qui deriva quella sorta di neo Keynesismo di guerra che alimenta distruzione di vite umane e devastazioni di interi territori.

Redazione pisana di Lotta Continua.

 

 

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