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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Elezioni di midterm: camera ai democratici, senato ai repubblicani, Trump al centro della scena.

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A poche ore dalla chiusura dei seggi per le elezioni di midterm i risultati indicano che i democratici hanno conquistato la maggioranza alla camera dei deputati, mentre i repubblicani mantengono il controllo del senato.

In un contesto di crescente affluenza (ma pur sempre al di sotto del 50% degli aventi diritto), il tanto “atteso” tsunami democratico non si è concretizzato.

La geografia elettorale oltreoceano continua a seguire i confini tra grandi agglomerati urbani (democratici) e zone rurali (saldamente repubblicane).

 In breve gli scenari che si prefigurano per i prossimi possono essere cosi riassunti:

 

  • il controllo della camera permette ai democratici di rafforzare la commissione di inchiesta Muller sulla presunta collusione di Trump e del suo entourage con agenti russi per alterare le presidenziali del 2016 in suo favore. Se la strada del giustizialismo infiamma i media e le elites liberal, la maggioranza della popolazione (anche di fede dem) non sembra altrettanto interessata. Una simile strategia non scalfirà la credibilità del presidente agli occhi dei suoi elettori, mentre distanzierà ulteriormente i papaveri democratici da un elettorato sempre più indifferente al moralismo strabico di commentatori, editorialisti e esperti.

 

  • il controllo del senato garantisce a Trump mano libera nella nomina di giudici federali reazionari. Continuerà l’attacco ai diritti delle donne (diritto all’aborto in testa) e a quelli delle minoranze, supportati da una corte suprema mai così conservatrice.

 

  • L’opzione militare si rafforza. Con i democratici a guardia del budget federale (appannaggio della camera) il presidente intensificherà la guerra commerciale con la Cina, la guerra economica all’Iran e le dispute commerciali con i confinanti Messico e Canada. Il rischio di un escalation militare si fa concreto, mentre la riconduzione del continente latino americano sotto il giogo dell’imperialismo a stelle e strisce diventa una necessità economica impellente per l’amministrazione Trump
  • Tra i candidati democratici eletti colpisce il numero di ex militari e membri della Cia, tra cui molte donne. Occorre valutare con sospetto le prevedibili fanfare della sinistra salottiera rispetto alla riduzione del gender gap.

 

  • Alexandra Ocasio-Cortez, membro dei Democratic Socialist of America, è stata eletta alla camera nel distretto Bronx-Queens di New York. Altri membri dei Dsa sono entrati nei parlamenti statali di Pensylvania e Maryland. Ancora poco per gridare alla presa del palazzo d’inverno, ma la direzione da seguire è quella. I DSA, sebbene siano spesso costretti a correre sotto l’egida del partito democratico a causa delle folli leggi elettorali Usa, sono un movimento di sinistra esploso negli ultimi anni sull’onda della campagna presidenziale di Bernie Sanders con all’interno una forte componente working class. La verità e la speranza stanno nelle strade e nei quartieri!

Da New York

Lorenzo

Redazione pisana Lotta Continua

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