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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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"Buone feste vi dicono i padroni". 50 anni fa il 68 si chiude con la contestazione della Bussola

ANNI-70-BUSSOLA-CAPODANNO

Il 68 sta volgendo al termine. Gli echi della contestazione alla Scala di Milano da parte del Movimento Studentesco di milanese con i suoi contenuti di critica alla volgarità consumistica e all’esibizionismo sfrontato della borghesia, hanno un forte effetto nelle diverse situazioni di movimento. Il mese di dicembre è per tradizione il mese delle merci, il mese in cui milioni di italiani bruciano la tredicesima in acquisti e regali. Il movimento si muove, in quest’ultimo mese del 1968, proprio all’attacco dei riti del Capodanno borghese. La contestazione della Scala innesca un processo a catena che culmina con gli scontri davanti alla Bussola. La Bussola è un grande e famoso locale notturno in Versilia tra Viareggio e Forte dei Marmi, una zona che da sempre è stata considerata la spiaggia di élite della borghesia e in particolare di quella milanese. I prezzi di locali come la Bussola sono ovviamente proibitivi, la frequentazione esclusiva. Tutte queste circostanze fanno della scadenza del 31 dicembre una data simbolica a cui la contestazione della Scala assegna ancor maggiore spessore politico che precedentemente.

I militanti de “Il Potere Operaio” e del Movimento Studentesco di Pisa decidono quindi di organizzare una manifestazione di protesta di fronte alla Bussola per la notte di fine anno. Nei giorni precedenti vengono diffusi molti volantini sia a Pisa, sia lungo il litorale. Nelle intenzioni degli organizzatori la manifestazione doveva essere caratterizzata da una contestazione relativamente pacifica dell’arroganza crassa ed esibizionista dei padroni. (liberamente tratto da “L’Orda d’oro 1968.1977” di Nanni Balestrini e Primo Moroni)

Il Potere Operaio Toscano con diversi segmenti del Movimento Studentesco del 68 (Torino, Trento, Pavia, la Cattolica di Milano) ha dato origine a Lotta Continua. Di seguito tre volantini che sono stati distribuiti dal Potere Operaio Toscano.

BUONE FESTE VI DICONO I PADRONI

Buon Capodanno, buone feste ti dice il tuo padrone consegnandoti il pacco dono. Buone feste ti dice il manifesto pubblicitario, buon Capodanno ti dice la vetrina dell’Upim che ti invita a spendere le ultime lire della tredicesima (su cui la direzione ha già fatto la sua trattenuta, come alla S. Gobain, per via degli scioperi); buone feste ci ha detto l’Apollo 8, parecchi miliardi di dollari buttati intorno alla Luna in nome del progresso dell’umanità, mentre negli stessi Stati Uniti ci sono milioni di uomini che crepano di fame e di freddo; ma per le feste abbiamo lo spumante e il panettone.

Buone feste ti dicono gli alberelli luccicanti, stracarichi di lampadine, in tutte le piazze: buone feste, state buoni. Le feste sono uguali per tutti, per il padrone, per l’operaio in cassaintegrazione, per il dottor Fabbris nel Grand Hotel di Cortina e per l’operaio della Marzotto licenziato, per i padroni di Montedison e per le commesse della UPIM che deve sorridere due volte per vendere il triplo.

“Buone feste, operai, lavoratori, studenti”, dicono i padroni, “pensate a bere, a mangiare a divertirvi; dimenticate che il ’68 è l’anno del maggio francese, delle lotte di massa di studenti e operai, della Cecoslovacchia, della intensificazione della rivolta dei popoli del Terzo Mondo. Dimenticate che solo qualche settimana fa la polizia ha massacrato due braccianti ad Avola, ha bastonato i proletari in lotta in centinaia di manifestazioni”.

“Buone feste” ripetono i padroni, “spendete la vostra tredicesima, comprate le vostre merci natalizie, regalatevele l’un l’altro: è necessario che i nostri negozi vendano, che i nostri prodotti siano consumati”.

Ebbene, compagni, festeggiamoli questi nostri padroni, andiamo tutti alla Bussola, alla Capannina, da Oliviero, a vederli sfilare con le loro signore col vestito nuovo da mezzo milione, a consumare una cena da 50 mila lire, annaffiata da 50 mila lire di champagne.

Ai loro grassi padroni ed alle loro donne impellicciate vogliamo quest’anno porgere personalmente i nostri auguri.

Sarà solo un piccolo simbolico omaggio ortofrutticolo, per prepararli ad un 1969 denso di ben altre emozioni.

Il Potere Operaio (30-12-68)

BUON CAPODANNO

Buon Capodanno a chi va alla Bussola, con il vestito nuovo da 200 mila lire per la signora, a mangiarsi 50 mila lire di cena, annaffiata da 50 mila lire di champagne.

Buon Capodanno a chi per guadagnare 50 mila lire lavora per un mese, a chi festeggia con lo spumante da 300 lire, a chi la Bussola la guarda in televisione

Anno nuovo, vita nuova. Buon compleanno a chi tornerà a sfruttare e a chi tornerà a farsi sfruttare.

Divertiamoci. Godete, studenti, della libertà condizionata di una notte; ballate, ragazze dell’UPIM, ritemprate il vostro sorriso al consumatore. Divertitevi, operai della Marzotto, della S. Gobain, della Piaggio. Venite tutti alla Bussola, alla Capannina, da Oliviero.

 Venite ad ammirare di persona i padroni che cominciano l’anno nuovo: venite a riempirvi gli occhi della ricchezza che vomitano in giro con eleganza.

Quella ricchezza gliela avete regalata voi: andata a vederla buttar via, è gratis.

Il Potere Operaio (28-12-68)

CHAMPAGNE E POMODORI

 I bambini quando hanno un quaderno nuovo, con le pagine bianche, fanno mille progetti di tenerli in ordine, di scriverci con la migliore calligrafia. Nel calendario dei padroni, il Capodanno ha la stessa funzione: offrire a chi quotidianamente è sfruttato, immiserito e istupidito dal dominio capitalista, la truffa finale. L’anno vecchio ti ha dato miseria, licenziamenti, supersfruttamento, servitù: ebbene, puoi buttarlo via, come i cocci vecchi dalle finestre: ti resta davanti l’anno nuovo, il bel quaderno bianco tutto da scrivere. Questo è il discorso che conviene ai padroni: sospendiamo le ostilità, tanto quello che è stato è stato, ora è tutto diverso, è un altro anno. Ma il nostro quaderno ce l’hanno già scritto loro, col linguaggio di sempre: miseria, licenziamenti, supersfruttamento, servitù.

 Ma la cosa più mostruosa è proprio questa: il tentativo di renderci complici del nostro sfruttamento, di renderci schiavi e felici. Il grande spettacolo del Capodanno è pronto. Protagonisti gli sfruttatori, i potenti, i potenti, i parassiti, pronti a sfoggiare la ricchezza accumulata sulla miseria e sul lavoro altrui, a sprecare in una sera quanto basta a migliaia di famiglie per vivere un anno intero. Il loro divertimento non basta, c’è bisogno anche del pubblico, c’è bisogno di quelli che della ricchezza e del potere sono quotidianamente derubati. Le prime al teatro, i veglioni lussuosi alla Bussola, all’Hotel Golf, a St. Vincent, devono arrivare nelle case di tutti, portati dalla televisione, dai quotidiani pieni di fotografie e cronache del bel mondo, dai rotocalchi che sfoggiano sfilate di modelli preziosi per le casalinghe che non li indosseranno mai.

 Ma non è detto che il gioco riesca. A chi ipocritamente si domanda. “Che cosa ci porterà il nuovo anno?” come se si trattasse di prevedere eventi naturali, terremoti o siccità, c’è una sola risposta.

  Il nuovo anno ci porterà quello che sapremo conquistarci.

 Sul quaderno bianco i padroni vogliono risolvere i loro vecchi e grassi conti. Tocca a noi riempirlo con una storia diversa.

 Lasciamo ai padroni lo champagne: noi abbiamo i pomodori.

Il Potere Operaio ( 29-12-68)

 

 


QUELLA NOTTE DAVANTI ALLA BUSSOLA

(Pino Masi -Il canzoniere pisano)

nel freddo di San Silvestro

quella notte di Capodanno

non la scorderemo mai.

Arrivavano i signori

sulle macchine lucenti

e guardavano con disprezzo

gli operai e gli studenti

le signore con l'abito lungo

con le spalle impellicciate

i potenti col fiocchino

con le facce inamidate.

Eran gli stessi signori

che ci sfruttano tutto l'anno

quelli che ci fanno crepare

nelle fabbriche qui attorno

son venuti per brindare

dopo un anno di sfruttamento

a brindare per l'anno nuovo

che gli vada ancora meglio.

Non resistono quei compagni

che li han riconosciuti

ed arrivano i pomodori

ed arrivano gli sputi

per difendere gli sfruttatori

una tromba ha squillato

quando già i carabinieri

hanno corso ed han picchiato.

Come son belli i carabinieri

quando picchiano con le manette

i compagni studenti medi

dai quattordici ai diciassette

non la smettono di picchiare

se il colonnello non alza un dito

sono l'immagine più fedele

del nostro ordine costituito.

Già vediamo i carabinieri

che si stanno organizzando

per iniziare la caccia all'uomo

con pantere ed autoblindo;

non possiamo andare via

nè lasciare i dispersi

siamo ormai tagliati fuori

per raggiunger gli automezzi;

decidiamo di resistere

e si fan le barricate

sono per meglio difenderci

dalle successive ondate.

Dalla prima barricata

alla zona dei carabinieri

sono circa quaranta metri

tutti sgombri e tutti neri;

quando cominciano ad avanzare

uno di loro spara in aria

i compagni tirano sassi

per cercare di fermarli.

Loro si fermano un momento

poi continuano ad avanzare

non è più uno soltanto

sono in molti ora a sparare.

Dalla prima barricata

vediamo bene le pistole

ma dalla seconda tutti pensano

che sian colpi di castagnole.

Ci riuniamo tutti insieme

alla seconda barricata

e gli sbirri tornano indietro

vista la brutta parata.

Ancora un'ora di avanti-indietro,

noi con i sassi loro sparando,

e tutti crediamo che sparano a salve

anche da dentro un autoblindo.

Ma ad un tratto vedo cadere

un compagno alla mia destra

in ginocchio con un buco

ed il sangue sui calzoni.

Mi volto e grido "sparan davvero"

e corro indietro di qualche passo

due compagni portano a spalle

il ferito nella gamba.

Correndo forte sulla strada

con alle spalle i carabinieri

vedo Ceccanti colpito a morte

trasportato sul marciapiede.

Malgrado gli sforzi per aiutarlo

è difficile trovar soccorso

mentre gli sbirri ti corrono dietro

e non ti danno un po' di riposo.

Trovata un'auto utilitaria

e portato via Ceccanti

non ci resta altro da fare

che scappare tutti quanti

Forse alla Bussola per questa notte

i padroni si sono offesi

loro che offendono e ci uccidono

per tutti gli altri dodici mesi.

Sarebbe meglio offenderli spesso

e non dare mai loro respiro

tutte le volte che lor signori

capitan sotto il nostro tiro.

E a questo punto mi sembra opportuno

fare qualche considerazione

sulle diverse e brutte facce

che ci mostra oggi il padrone

Lui ha i soldi per comprarci,

il lavoro per sfruttare

i suoi armati per ucciderci,

la TV per imbrogliare.

A noi non resta che ribellarci

e non accettare il gioco

di questa loro libertà

che per noi vale ben poco.

Non ci resta che ribellarci

e non accettare il gioco

di questa loro libertà

che per noi vale ben poco

 

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