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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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Smart working: da opzione a costrizione?

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Il governo metterà mano alla legge 81 del 2017 nell'ottica di rivedere il meccanismo che prevedeva un accordo individuale con il lavoratore per il lavoro in modalità agile. Si va quindi verso un accordo valido erga omnes a confermare che lo smart non è funzionale all'epoca pandemica ma rappresenta ben altro. Si passa quindi alla contrattazione nazionale con il solito accordicchio che favorirà una intesa con il Governo per ricorrere con grande facilità al lavoro agile.
Ecco cosa sta accadendo, ora di tratta di stabilire delle regole che salvino in apparenza il sindacato, ad esempio l'obbligo, formale più che sostanziale, alla disconnessione da parte dei lavoratori, approvare una normativa da inserire nei prossimi contratti nazionali.
Come sappiamo oggi a chi opera in smart non viene dato il buono pasto, non ci sono regole chiare e diritti esigibili per ridurre i tempi di connessione che poi sono tempi di lavoro dilatati e non retribuiti.
Ci sono poche settimane prima del 15 ottobre, entro questo termine dovranno mettere a norma delle regole, farle recepire dai contratti nazionali e passare poi a un ampio ricorso al lavoro agile per rispondere ai processi di ristrutturazione della Pubblica amministrazione.
Il 50% della forza lavoro pubblica quest' anno, il 60% nel 2021 sono obiettivi raggiungibili? Si andrà oltre 1,8 milioni di lavoratori in smart? E qualora dovessero pagare i buoni pasto, dentro un quadro di contenimento della spesa pubblica, dove andranno a tagliare?
Quanti soldi risparmieranno nel capitolo spese di manutenzione, pulizie e quanti con il mancato acquisto degli strumenti di lavoro visto che lavoreremo da casa con i nostri strumenti privati?
Di questo non si parla, l'obiettivo è avere un accordo per decidere liberamente chi mettere a casa e chi invece opererà in presenza, anche in questo caso a rimetterci saranno il potere di acquisto e di contrattazione della forza lavoro
E così il potere dirigenziale sarà ulteriormente rafforzato...
Dovremmo quindi aprire un confronto reale sullo smart analizzando vantaggi e svantaggi ma soprattutto l'utilizzo che Aran e Confindustria intendono farne, un utilizzo che non sarà di certo funzionale agli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

Redazione pisana di Lotta Continua

(da: http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)

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