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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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10 febbraio: “giornata del ricordo”, ma quale ricordo?

ricordo

Tra pochi giorni si celebra la Giornata delle Foibe e scenderanno in piazza circoli e organizzazioni di destra che ormai da tempo equiparano Foibe e Lager nazisti.

Ma sono forse equiparabili i giorni dedicati alla Memoria e quello dei Foibe? La risposta è negativa, a meno che non si voglia sostituire la storia con una morale revisionista a uso e consumo dell'odierna xenofobia e del razzismo dominante.

Il Giorno del ricordo delle Foibe nasce con la cosiddetta memoria condivisa, fortemente voluto dall'allora presidente Napolitano e da settori del centro sinistra che pochi anni prima sdoganarono i "ragazzi di Salò".

Non si esce dall'equivoco se non contestualizzando le Foibe come reazione all’italianizzazione forzata di un'area geografica nella quale per secolo hanno vissuto etnie, religioni e lingue diverse. L'italianizzazione forzata fu voluta dal fascismo e dell’invasione italiana della Jugoslavia e si basa sull'equivoco che una terra dove si parli la lingua italiana debba essere annessa all'entità nazionale italiana. E quella nazionalizzazione si materializzò con centinaia e migliaia di morti per mano fascista e italiana.

In tempi odierni un migrante che lavora e abita da anni nel nostro paese viene considerato un non italiano anche se è nato da genitori immigrati in Italia. Il revisionismo storico ha immediate ripercussioni sulle tematiche dell'immigrazione e sulla cittadinanza.

L'Italia fascista attuò una italianizzazione forzata a colpi di centinaia, migliaia di morti, quei morti che oggi sono dimenticati dalla pubblicistica revisionista e da film come Rosso Istria che hanno trasformato fascisti e nazisti in vittime della violenza della Resistenza Titina. Il crimine etnico e politico non fu quello dei Titini ma piuttosto del nazismo e del fascismo con ciò non vogliamo negare l'esistenza delle Foibe. In una ricerca del 2020 di Eurispes il 15,6% degli italiani negava la Shoah (nel 2004 solo il 2,7%). E il 16,1% (l’11,1% quindici anni fa) degli Italiani ridimensiona la portata dell’Olocausto.

Se volessimo guardare i film sulle Foibe prodotti a distanza di un quindicennio (Il Cuore nel Pozzo del 2004 e Rosso Istria) capiamo che la celebrazione delle vittime delle foibe è finita con il considerare i nazi fascisti come vittime della violenza della Resistenza quando solo 17 anni fa le vittime erano civili, uomini e donne la cui colpa era solo quella di essere italiana.

Parliamo di film mandati in onda sui canali nazionali e visti da migliaia di persone che hanno ricavato una immagine falsa e sostanzialmente infondata. Non si tratta di negare con piglio revisionista le Foibe ma denunciarne l'utilizzo del ricordo operato dal revisionismo storico e politico finalizzato solo a rivalutare il nazi fascismo.

La risoluzione del Parlamento europeo nel 2019 ha equiparato tutti i cosiddetti totalitarismi e riscritto la storia novecentesca nel nome della condanna di tutte le violazioni dei diritti umani, alle aggressioni e ai crimini contro la umanità.

Ma così facendo l'aggressore nazi fascista viene equiparato all'aggredito e così viene delegittimata la resistenza al nazi fascismo con il beneplacito anche di molti dei firmatari dell'appello ANPI contro i nazi fascisti.

La italianizzazione dell’Istria operata dal fascismo ha cancellato secoli di pacifica convivenza tra diversi popoli e molteplici religioni. L’operazione revisionista sulle foibe cancella questa verità storica trasformandola in propaganda fascista volta a legittimare le attuali politiche razziste e xenofobe.

Il giorno del ricordo, il giorno delle foibe, è, di fatto, diventato nel corso degli anni un’occasione per trasformare i carnefici in vittime, per legittimare il nazifascismo o perlomeno per provare ad attenuarne le colpe.

Eppure potremmo trasformare questo giorno in un’occasione unica. Quella di ricordare i drammi prodotti dal nazionalismo, dal fascismo, dalla violenza ideologica e dalla guerra di aggressione nazifascista. E da quella sconfitta militare che trasformò il popolo italiano in carne da macello. I fascisti furono riammessi nelle principali cariche dello Stato italiano. Noi preferiamo una giornata che ricordi questo schiaffo alla Storia.

Redazione di Lotta Continua

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Commenti 1

Ospite - raoul cugini il Venerdì, 26 Febbraio 2021 14:47

Perfettamente condivisibile. Bisognerebbe ricordare anche come il primo campo di concentramento e sterminio d'Europa non fu allestito dai nazisti ma dai fascisti all'isola di Rab

Perfettamente condivisibile. Bisognerebbe ricordare anche come il primo campo di concentramento e sterminio d'Europa non fu allestito dai nazisti ma dai fascisti all'isola di Rab
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