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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Cosa prendiamo e cosa diamo alla Ue?

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Tempo fa leggemmo un intervento di Daniel Gros che, in una intervista rilasciata a un importante quotidiano nazionale, ipotizzava la sospensione delle rate italiane a sostegno della Ue.

Fatti due conti parliamo di 15 miliardi di euro all'anno che in un settennio arriverebbero a 105 miliardi. Ma per quanto suggestiva questa ipotesi, parliamo dei mancati trasferimenti italiani al bilancio Ue, avrebbe effetti insostenibili per la tenuta politica ed economica dell'Europa di Maastricht. 

Innanzitutto la mancata contribuzione italiana al bilancio europeo indebolirebbe il ruolo della Banca europea e della Germania e sancirebbe una sorta di politica fai da te a dimostrare la inutilità delle autorità europee e degli stessi fondi  accordati sotto forma di prestiti e  contributi a fondo perduto ma in cambio di alcune concessioni come la riforma del Fisco, delle politiche attive del lavoro, del welfare e altri interventi di ristrutturazione apparentemente estranei alle contropartite imposte da Bruxelles.

La proposta di Gros era molto chiara: non prendiamo i soldi del Recovery e rinunciamo a contribuire al Bilancio della Ue, alla fine il nostro paese ne trarrebbe maggiori e immediati vantaggi.

Una delle principali obiezioni mosse dai fautori della Ue e dell'euro è proprio legata ai vantaggi che il nostro paese ricaverebbe dalla moneta unica e dalla permanenza dentro la comunità europea ma dati alla mano l'Italia versa piu' di quanto riceva in cambio dai forzieri europei.

Dati alla mano nel "settennio 2012-2018 l’Italia ha versato al bilancio UE 112,85 miliardi e ha ricevuto 76,49 miliardi" (https://www.huffingtonpost.it/entry/recovery-fund-i-conti-sui-sussidi-danno-saldo-negativo-per-litalia_it_5fd33fa7c5b68ce171871d2e )

Andrea Del Monaco, nel suo blog su Huffingtonpost, spiega che se l'Italia avesse rinunciato nel settennio 2012\8 a contribuire alle spese del bilancio europeo non avrebbe avuto i sussidi comunitari ma avrebbe ricavato indubbi e maggiori vantaggi economici con 112 miliardi di euro di soldi propri da spendere senza i controlli stringenti della Ue.

L'intero meccanismo delle entrate ed uscite si spiega in poche parole: alla fine il nostro paese riceverà più soldi di quanto ne versi solo perché attinge a prestiti di miliardi di euro che deve presto restituire. Se invece ci limitiamo ad analizzare i contributi a fondo perduto il saldo resta negativo, il programma Next generation Ue è quindi finalizzato a costruire un sistema di prestiti dietro contropartite che vanno dagli interessi alle riforme strutturali imposte dalla Bce come piano di aggiustamento.

E da non dimenticare che i soldi arriveranno non prima di due anni perchè ogni paese dovrà dimostrare il raggiungimento degli obiettivi indicati per ricevere i fondi europei

Alla luce di queste considerazioni, gli indefessi sostenitori della Ue saranno ancora convinti che il Recovery rappresenti un vantaggio per il nostro paese, anzi una occasione imperdibile per l'economia?

Fonti

https://www.lastampa.it/topnews/economia-finanza/2020/04/08/news/stop-ai-trasferimenti-all-ue-per-7-anni-cosi-l-italia-risparmiera-105-miliardi-1.38691632

https://www.huffingtonpost.it/entry/recovery-fund-i-conti-sui-sussidi-danno-saldo-negativo-per-litalia_it_5fd33fa7c5b68ce171871d2e

https://www.huffingtonpost.it/entry/no-a-prestito-con-mes-ci-consegna-alla-troika-e-ci-impone-di-versare-fino-a-111-miliardi_it_5e7fae96c5b6256a7a2bd582

Redazione pisana di Lotta Continua. Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com

 

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