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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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Ma chi pensa a noi giovani?

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Lettera aperta al nostro blog di un gruppo di giovani alle prime esperienze lavorative

Ciao a tutti\e, siamo giovani di età compresa tra i 25 e i 35 anni, anzi a pensarci bene alcuni di noi giovani non lo sono più, i nostri genitori, superati i 30, erano già da tempo nel mondo del lavoro, alle prese con un mutuo e la crescita dei figli. Con gli anni lo spartiacque tra giovani e vecchi è cambiato, si resta giovani in teoria fino a 40 anni, poi un domani a quasi 70 anni ci ritroveremo ancora al lavoro, per pagarci poi una pensione da fame. Se la gioventù risulta prolungata anche l'inizio della vecchiaia vede l'asticella posticipata di anno in anno, si dice in base alla aspettativa di vita. Molti\e di noi arriveranno a 67\8 anni con vuoti contributivi, anni di part time e contributi ridotti, le pensioni saranno calcolate non più sugli ultimi 5 anni retributivi ma su quanti contributi avremo versato, siamo certi che la vecchiaia ci riserverà pensioni da fame dopo anni di precariato e bassi salari in giovane\media età. L'Ue ha chiesto di cancellare la quota 100 perchè vogliono ridefinire gli assetti del welfare, meno soldi per la previdenza e non si sa a vantaggio di quali altre voci. Nel frattempo la spesa per gli asili nido è elevata, se hai uno stipendio solo in casa e devi pagare un affitto sarà il caso di ricorrere all'aiuto dei genitori perchè i servizi a domanda individuale sono troppo costosi I nostri genitori sono andati in pensione o con il calcolo retributivo o quello misto e in ogni caso percepiscono assegni superiori al nostro stipendio, logica vorrebbe che aumentando il numero della forza lavoro attiva sarebbe sostenibile anche ridurre l'età pensionabile, del resto la Fornero ha trasformato l'Italia nel paese con i lavoratori e le lavoratrici in produzione più anziani. Il Governo si preoccupa dell'età di pensionamento ma non delle crescenti iniquità e disuguaglianze del sistema previdenziale, chi ha percepito per anni salari da fame avrà pensioni da fame e questo alla lunga potrebbe rappresentare un serio problema anche se lo farai uscire dal mondo lavorativo a 70 anni. Da tempo ci è stato detto che l'egoismo dei nostri genitori era di ostacolo ai nostri posti di lavoro, domani cosa racconteranno ai nostri figli quando le nostre pensioni saranno così basse da costringere lo Stato ad interventi di sostegno al reddito? Diranno che non abbiamo fatto sufficienti sacrifici e il nostro egoismo giovanile si ripercuoterà sulle loro future certezze? Il nostro egoismo giovanile fatto di precarietà, anni di concorsi, graduatorie infinite, lavori precari e mal pagati, una realtà che stride con l'immaginario semplicistico di qualche editorialista Crescono le disuguaglianze salariali e sociali e aumenteranno anche nella distribuzione delle pensioni con una parte sempre maggiore di uomini e donne penalizzati\e da una vita contributiva non adeguata, il che non significa siano stati inattivi o in perenne vacanza ma solo alla ricerca di un lavoro stabile loro precluso dal blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione per quasi 9 anni e dalle assunzioni con contratti precari e di apprendistato nel privato. Se vogliamo pensare ai giovani di oggi non possiamo tacere sulle crescenti disuguaglianze sociali ed economiche esistenti e sul sistema di calcolo dell'assegno previdenziale. Lavorare 40 e passa anni per percepire il 60 per cento dell'ultima busta paga a voi pare un trattamento equo? A noi francamente No

 

Redazione pisana Lotta Continua Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com

 

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