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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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L’acutizzarsi della crisi del capitalismo e il virus che ha devastato la “sinistra antagonista”*

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Pubblichiamo questa articolata riflessione di Paolo Barrucci, sociologo dell'Università di Pisa, sullo "Stato di emergenza permanente" in relazione alla pandemia da coronavirus e sulle reazioni della "sinistra antagonista".

L’acutizzarsi della crisi del capitalismo

e il virus che ha devastato la “sinistra antagonista”*

*Quanto segue rappresenta una riflessione in progress con la quale si tenta di formulare alcune possibili ipotesi interpretative della transizione in atto nella gestione della crisi capitalistica e nelle forme del dominio. Pur con uno stile necessariamente assertorio dato lo spazio limitato che un articolo impone, per la argomentazione si rimanda i lettori alla lettura dei testi suggeriti nelle note a piè di pagina.

1.Lo Stato di Emergenza Permanente

Le politiche fondate sull’emergenza permanente non sono una novità, ma una costante della gestione del potere negli ultimi decenni[1]: l’emergenza è lo “stato di guerra” (e nell’attuale “emergenza pandemica” si è arrivati addirittura ad imporre “il coprifuoco”) dove non può esservi spazio per il pluralismo, il dubbio, la discussione. Il popolo è chiamato a costituirsi in “fronte interno” contro il nemico (il “terrorismo internazionale”, l’immigrato, ecc.)[2]; il governo attraverso i media diffonde a piene mani la paura e indica di volta in volta il capro espiatorio sul quale convogliare le frustrazioni e la sofferenza popolare. I cittadini sono trasformati in sudditi che devono non solo passivamente obbedire al “pilota automatico” (espressione usata da Draghi), ma devono attivarsi, mobilitarsi nello sforzo bellico! Non basta che il cittadino “responsabile” obbedisca, non servono solo pecore (il gregge), serve arruolare quanti più soggetti possibile, capaci di svolgere il compito dei cani da guardia del nuovo ordine totalitario in costruzione (Draghi lo ha definito “nuova normalità”).

Lo stato di emergenza permanente è diventato una necessità, in quanto il modo sociale di produzione capitalistico (MSPC) è impantanato da mezzo secolo in una profonda crisi da sovrapproduzione di merci (e soprattutto) di capitali. Per sopravvivere e riprodursi nella crisi, il capitale – in quanto rapporto sociale e meccanismo impersonale che si autoriproduce – necessita (a) che la fratricida lotta concorrenziale tra fratelli nemici (ossia i suoi agenti: i singoli capitalisti e le differenti frazioni di capitale) si svolga con modalità che permettano la riproduzione della logica capitalistica e (b) che il potere politico - organizzato nelle forme sempre più autoritarie dello Stato borghese – garantisca le condizioni della riproduzione del rapporto di capitale, favorendo innanzitutto gli interessi delle frazioni storicamente dominanti.

La lotta inter-imperialistica è infatti elemento strutturale e ineliminabile della logica del capitale al punto che nessun assetto ultra o super imperialistico (ossia non esiste un governo unitario del Capitale) è mai riuscito ad imporsi – almeno fino ad oggi - nella storia del MSPC: la tenuta del dollaro come moneta mondiale di riferimento e l’azione dei vari organismi sovranazionali (FMI, BM, WTO, G20, UE, ONU, ecc. che, al di là delle distinzioni sul piano analitico, sono attori globali che sviluppano un’azione di governo che è insieme politica ed economica) sono alcuni degli strumenti disponibili per tentare di evitare che quella lotta conduca al crollo del sistema.

I governi borghesi - che in ultima istanza devono innanzitutto garantire gli interessi della classe dominante – anche quando dismettono formalmente i panni “democratici” delle liberal-democrazie (come il Cile di Pinochet dove è stata messa in pratica per la prima volta la ricetta “neo-liberista”) hanno comunque bisogno – per riprodurre il proprio potere – di presentarsi come portatori di “interessi generali” (quindi inter- o a-classisti) e devono quindi fingere di prendersi cura “della collettività” e di alcuni bisogni delle classi dominate. Questa finzione è non semplicemente accompagnata, ma strettamente connessa con l’implementazione degli apparati repressivi e di controllo finalizzati alla prevenzione di ogni dissenso e conflitto sociale. La capacità della classe politica dominante di connettere carota e bastone è la condizione per la riproduzione del proprio potere ed è ad esempio un carattere distintivo delle politiche sociali dal ‘600 ad oggi: nel ‘600 c’era la “legge sui poveri”, oggi c’è il “reddito di cittadinanza”. Dalla ricca tavola imbandita per le sempre più ricche élite dominanti deve cadere qualche briciola per “i più bisognosi”.

L’acutizzarsi della crisi del MSPC sembra però spingere verso un cambio di paradigma della gestione del dominio di classe, verso una società capitalista sempre più totalitaria.

Quanto sopra dovrebbe rappresentare l’ABC per ciascun soggetto o collettivo che pretenda di autodefinirsi “antagonista”, “anticapitalista”, “di classe”, ma in questi due anni di emergenza “bellica” contro la pandemia abbiamo “scoperto” (ma i segnali c’erano già da tempo) che così non è.

2.Il Covid, tra emergenze fittizie ed emergenze reali

Il MSPC, se storicamente ha avuto il merito di sviluppare enormemente le forze produttive (che però non sono mai neutrali rispetto allo scontro antagonistico tra le classi), oggi esprime chiaramente solo il suo carattere ferocemente distruttivo: disuguaglianza, sfruttamento, saccheggio, fame, guerra, autoritarismo politico - fino al punto di scardinare le stesse fondamenta del diritto borghese[3] - crisi ambientale, epidemie…

Epidemie e “pandemie” che in realtà sono qualificabili più correttamente come “sindemie”[4]; prodotte da un numero crescente di nuovi virus (o di varianti), più o meno contagiosi e letali.

Il primo caso di persona contagiata da SARS-CoV-2 è stato accertato in Cina il 17 Novembre 2019, per poi scoprire, mesi dopo, che questo virus circolava in Italia e in Europa già da alcuni mesi prima.

L’11 Marzo 2020 l’OMS dichiara in una conferenza stampa (quindi non seguendo la procedura standard) che siamo in presenza di una “pandemia”,[5] un evento considerato già da molti anni “probabile” dai maggiori esperti della comunità scientifica internazionale (CSI) e dai think tank al servizio dei poteri dominanti.[6]

Il nuovo virus viene presentato come un evento catastrofico, una “tragedia smisurata”, e inizia la costruzione della “Narrazione dell’Immane” che prescinde totalmente dall’analisi dei dati reali della pandemia.[7]

I vari Stati, in attesa del salvifico vaccino, mettono in campo le più svariate strategie di “fronteggiamento”, spesso con modalità contraddittorie e irrazionali.

In Italia, nei primi di Marzo si susseguono convulsamente diversi DPCM, fino al "Decreto #IoRestoaCasa", che “prevede la sospensione delle comuni attività commerciali al dettaglio, delle attività didattiche, dei servizi di ristorazione, e che vieta gli assembramenti di persone nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. Il 21 marzo 2020, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia l'attuazione di misure più stringenti, che prevedono la chiusura di tutte quelle attività non ritenute necessarie per la filiera produttiva italiana in relazione alla situazione contingente. Il 22 marzo viene adottata, congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell'Interno, una nuova ordinanza che vieta a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza, ovvero per motivi di salute. Lo stesso giorno viene firmato, sempre dal presidente Conte, il nuovo DPCM relativo alla chiusura di tutte le attività non necessarie, insieme a una lista (successivamente ampliata) di tutte quelle che invece vengono ritenute “necessarie e strategiche”, con validità dal 23 marzo e fino al 3 aprile. Le imprese, le cui attività non sono sospese, devono rispettare i contenuti del "Protocollo condiviso di Regolamentazione delle Misure per il Contrasto e il Contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro", sottoscritto il 14 marzo 2020, fra il Governo e le parti sociali. Le misure adottate vengono ulteriormente prorogate fino al 13 aprile con un nuovo DPCM,[71] e poi fino al 3 maggio.”[8]

È il c.d. “lockdown” durante il quale in realtà: milioni di lavoratori sono costretti a continuare a lavorare senza protezioni anche in attività “non essenziali” grazie alle pressioni di Confindustria; migliaia di operatori sanitari vengono mandati allo sbaraglio senza protezione e la necessaria formazione (e senza distinzioni tra zone “sporche” e “pulite” nelle strutture ospedaliere); centinaia di anziani sono lasciati morire da soli nelle RSA.

Si alternano per mesi misure “di allentamento” e introduzione di nuove misure “restrittive”, e in attesa di un “vaccino che sradichi definitivamente il virus” (un non senso dal punto di vista scientifico) il governo raccomanda “tachipirina e vigile attesa” (unica terapia a tutt’oggi riconosciuta dal Ministero della Salute che intanto aveva “scoraggiato” i medici a procedere con le autopsie sulle persone decedute “per Covid”)… ossia attesa di finire a morire in terapia intensiva!

Col nuovo anno inizia la “campagna vaccinale”: in Italia il vaccino (i vaccini a r-mna sono per definizione “sperimentali” in quanto vengono immessi sul mercato attraverso una “autorizzazione di emergenza” che salta una molteplicità di procedure e controlli necessari affinché si possa dare avvio ad una campagna vaccinale) viene presentato dal governo, dai media e dagli “esperti”[9] al servizio della Grande Narrazione come l’unico strumento per combattere e sradicare (!) il virus. Si continua ad imporre il protocollo “tachipirina e vigile attesa”, negando ogni legittimità alle cure domiciliari per la fase iniziale della malattia (cure che fortunatamente molti medici, fedeli al Giuramento di Ippocrate, hanno comunque praticato, salvando migliaia di vite ed evitando ospedalizzazioni e terapie intensive).[10]

Come ormai sta emergendo anche nel dibattito interno alla “comunità scientifica”, l’alto numero di “decessi Covid” (soprattutto nel 2020) in Italia non è prevalentemente da addebitare alla letalità intrinseca del virus, ma alle criminali scelte del “governo della pandemia”, ai protocollo sanitari sbagliati (es. la intubazione e ossigenazione forzata che conduceva il paziente alla morte), alla chiusura di fatto di tutte le strutture di diagnosi e cura ben oltre il “lockdown”,[11] ad un S.S.N. ospedalocentrico e ridotto allo stremo da decenni di cure neoliberiste e privatizzazioni, ecc. Così come il declino della letalità del virus non sembra attribuibile soltanto alla capacità dei vaccini di proteggere i grandi anziani e i pazienti fragili dal rischio morte.[12]

Il 13 Febbraio 2021 Draghi sostituisce Conte (ovviamente senza neppure più passare dalla finzione elettorale), in quanto “il banchiere” è considerato dai poteri forti il soggetto più affidabile per completare la transizione dal capitalismo neo-liberale a quello totalitario, forma necessaria per tentare di rimandare il crollo annunciato del “capitalismo tossico”: l’Italia diventa ancora una volta terreno di sperimentazione della nuova ristrutturazione del Capitale a scala mondiale.

Con il decreto-legge n. 52 del 22 aprile 2021, in vigore dal 23 aprile, vengono ripristinate le zone gialle e lo stato di emergenza viene prorogato fino al 31 luglio 2021. Vengono inoltre confermati il coprifuoco dalle 22:00 alle 5:00 e gran parte delle misure di contenimento previste per le zone arancioni e rosse.

Il DL n.52 e il successivo n.65 (Maggio 2021) istituiscono la “certificazione verde” (green pass): per chi è stato vaccinato il GP ha una durata di 12 mesi, per chi ha un tampone negativo la durata è 72 ore, 6 mesi invece per chi è guarito dal Covid. La totale incongruenza delle durate del “lasciapassare” con la “copertura” di contagiare ed essere contagiati dei vaccinati e dei guariti era già chiara allora e oggi sappiamo che mentre i guariti hanno sviluppato una difesa anticorpale di lunga durata, i vaccini hanno una copertura (non totale) che declina sensibilmente dopo soli 3 mesi: ma il governo ha deciso nei giorni scorsi che la durata del GP sarà adesso di 9 mesi!

3.È solo follia? Cui prodest?

Se il governo della pandemia ci appare per quel che è, irrazionale e criminale[13], non possiamo accontentarci di una spiegazione che si fermi alla constatazione di una esplosione di “follia collettiva”.

Dobbiamo porci delle domande, ne propongo alcune:

 

  1. Se il “lasciappassare verde” non è uno strumento utile alla difesa della salute pubblica (anzi è controproducente) perché è stato introdotto, reiterato e rafforzato?
  2. Perché quando ormai la stragrande maggioranza della popolazione era vaccinata il governo ha deciso di imporre l’obbligo vaccinale agli operatori sanitari, al personale amministrativo del SSN, a tutto il personale della scuola, ecc.? E perché aumentano ogni giorno le pressioni per estenderlo a tutti i lavoratori, quando ormai la copertura vaccinale della popolazione over12 anni supera il 90%? Perché si vuole estendere la campagna vaccinale a tutti i bambini, quando la stessa OMS si è dichiarata contraria?
  3. Perché il governo ha deciso di reiterare ulteriormente lo “stato di emergenza” fino al 31 Marzo 2022 quando è evidente che l’andamento attuale della epidemia non configura alcuna “emergenza sanitaria”?[14]
  4. Perché il governo Draghi sta ricoprendo a livello mondiale una “funzione da capofila” nella introduzione di queste misure?

Come anticipavo sopra, l’acuirsi della crisi strutturale del sistema capitalistico (aumento della composizione organica, caduta tendenziale del saggio di profitto, crescita esponenziale del capitale fittizio, ecc.) costringe i governi degli Stati dominanti a pompare enormi e crescenti quantità di liquidità nel sistema a sostegno di un capitale mondiale reso ormai tossicodipendente dalla crescita smisurata della finanza speculativa[15], prodotta dalla crisi di accumulazione (difficoltà crescenti a creare nuovo valore) nella “economia reale”.[16]

Benché la diffusione progressiva nel mondo del rapporto di lavoro capitalistico abbia portato, secondo alcune stime, ad avere quasi 2 miliardi di lavoratori salariati ad inizio del millennio, l’ultima “crisi finanziaria” (in realtà: l’ultima manifestazione della crisi della economia reale nella sfera finanziaria, con conseguente necessaria “crisi di lavoro”) del 2007-2008 ha comportato un’accelerazione della riduzione del salario sociale globale (salario diretto, indiretto e differito), del tasso di sfruttamento e della produzione di una crescente massa eccedente di forza-lavoro. Una massa che è “eccedente” anche nel senso che una sua parte sempre più consistente non riesce neppure a far parte dell’esercito industriale di riserva: masse di proletari che sembrano definitivamente escluse dal mercato del lavoro, anche da quello iper-precarizzato, costretti a sopravvivere di espedienti, alla giornata, nella c.d. “economia informale”. Questo fenomeno è sempre più evidente nelle aree dominate dall’imperialismo monopolistico, ma ormai anche nel proletariato dei paesi imperialisti.[17]

L’acutizzazione e la trasformazione di queste contraddizioni (di classe) comporta che il Capitale, per sopravvivere nella crisi e prolungare la sua agonia, necessiti di modalità di governo delle popolazioni, e in particolare delle classi dominate, più incisive di quelle – pur crescentemente autoritarie – sperimentate con le differenti politiche “neo-liberiste” degli ultimi 40 anni.

L’ipotesi, sopra anticipata, è che ci troviamo nel pieno di una fase di sperimentazione di “salto di paradigma” nella gestione autoritaria della crisi, una sperimentazione a livello globale la cui gestione è stata affidata a Mario Draghi (e a tutti i suoi servitori: il “governo dei migliori”).

Se uno dei fondamenti del dominio, costruito attraverso la variegatura neoliberista[18], consisteva non solo nella capacità di ottenere obbedienza, ma anche sull’arte del potere di sedurre il dominato – in nome della “libertà” individuale, del self made man, ecc. - così da indurre una sua mobilitazione attiva, funzionale alla riproduzione del dominio stesso, adesso, il dispositivo ideologico - basato sull’appello alla responsabilità[19] (e alla colpa) individuale - viene agito non in nome della libertà da conquistare, ma della rinuncia ai diritti e alle libertà – personali e collettive – in favore di una comunità la cui esistenza stessa sarebbe costantemente minacciata da “agenti patogeni”, esterni o esternabili (immigrati, lavoratori in eccesso, crisi climatica, terrorismo, virus) alle logiche di funzionamento del sistema.

L’arte seduttiva del potere neoliberale (pur sempre accompagnata dalla violenza fisica e dalla repressione) sembra così mutare nella mera necessità di reclutare dei kapò in grado di gestire la massa-gregge nella nuova normalità concentrazionaria in costruzione, una gestione sempre più digitalizzata, grazie alla disponibilità di dispositivi di controllo sempre più sofisticati (come è sempre più evidente nelle condizioni di sfruttamento del “capitalismo delle piattaforme”).[20]

La migliore analisi che io abbia visto di questo “cambio di paradigma” è quella sviluppata in tre articoli successivi del compagno ricercatore Nicola Casale, pubblicati su “nucelocom.org” (e poi su “Il Rovescio” e su “Sinistrainrete”), l’ultimo articolo si conclude con queste parole:

“Quindi, per concludere sul punto: il rapporto di capitale deve affrontare difficoltà crescenti e, per farlo, deve necessariamente trovare un nuovo paradigma, dato che non può riproporre il compromesso socialdemocratico e anche quello neo-liberale non è più sufficiente. Di qui la necessità di accrescere potentemente la produttività dell’intero sistema, il che esige una profonda ristrutturazione della sua gerarchia e dei rapporti sociali, i quali, proprio perché il capitale può concedere molto meno del passato, devono inevitabilmente essere improntati a un più stringente controllo sociale e individuale.

Sono, perciò, proprio le difficoltà crescenti del capitale a costringerlo a una presa sempre più totalitaria sulla società e, soprattutto, sulle classi sfruttate e sui popoli oppressi. La gestione della pandemia, la vaccinazione di massa, la diffusione di lasciapassare (per ora) vaccinali, sono a essa del tutto funzionali.”[21]

Se questa lettura, queste ipotesi, appaiono verosimili allora è possibile tentare qualche risposta alle domande cruciali sopra indicate.

La Grande Narrazione dell’Immane, resa egemone attraverso la diffusione della paura e la “chiamata alle armi”, si è sviluppata - in un crescendo autoritario - sulla caccia all’untore, sulla produzione di capri espiatori, su un’idea di “scienza” dogmatica, religiosa (la “fede” nella Scienza) e acritica, strombazzata da tutti i media e dai pennivendoli asserviti, sulla censura e la minaccia verso qualsiasi forma di dubbio e dissenso dentro e fuori la “comunità scientifica”. Tutti coloro che hanno osato sottrarsi alla Grande Narrazione e alla sua traduzione repressiva sono stati raccolti nella categoria stigmatizzante dei “novax” (divenuto sinonimo sintetico di terrapiattisti, negazionisti, irrazionali, complottisti[22]), ormai unici responsabili del mancato eradicamento del virus e del ricorrente aumento dei contagi e dei decessi (a dispetto delle promesse veicolate con la vaccinazione di massa). Per colpa dei “novax” lo Stato benefattore sarebbe quindi stato costretto ad introdurre il “lasciapassare verde” e “l’obbligo vaccinale” per varie categorie di lavoratori renitenti che mettevano a repentaglio la “salute pubblica”. In realtà si tratta di un “obbligo vaccinale” informale ma cogente, estorto tramite il ricatto del lavoro (o ti vaccini o sei sospeso senza stipendio): un vero obbligo vaccinale avrebbe infatti dovuto comportare la responsabilizzazione dello Stato per tutte le “reazioni avverse” (e per l’abolizione dell’art. 32 della Costituzione) e conseguentemente la non concessione dello “scudo penale” alle multinazionali del farmaco produttrici del vaccino.

Essendo tra coloro che non credono che lo Stato borghese – in Italia guidato da uno dei principali agenti del capitale su scala mondiale -  abbia mai avuto a cuore la salute dei propri sudditi[23], l’ipotesi analitica più plausibile è quella secondo la quale la scelta di “investire” esclusivamente sui vaccini sperimentali “per combattere la pandemia” sia funzionale (oltre al garantire i superprofitti di Big Pharma, una delle frazioni dominanti del capitale globale) alla imposizione del “lasciapassare verde” (nelle modalità GP, Super Gp e altre che verranno), quale strumento per autorizzare diritti e libertà, al fine di poter ottenere la totale disposizione dei comportamenti individuali in funzione della gestione dell’agonia del Capitale.

Una gestione che non può più tollerare alcuna presenza del conflitto (se non quello fittizio e imbelle del sindacalismo confederale, funzionale al più alla elargizione delle elemosine per i “più bisognosi”) né sui luoghi di lavoro - dove è necessario imporre nuovi livelli di sfruttamento per rilanciare l’estorsione del plusvalore -, né negli altri ambiti sociali, come le scuole e le università che devono essere finalmente piegate alla logica del profitto.

L’estensione del ricatto dell’obbligo vaccinale al 5% del personale della scuola “non ancora” vaccinato e l’obbligo del Green pass - e in questi giorni del Super-Green pass – come condizione del diritto allo studio nelle Università si configurano chiaramente come un’azione squadrista di rappresaglia, di selezione degli obbedienti ed esclusione dei renitenti che ricorda da vicino le peggiori nefandezze dei regimi totalitari del ‘900.

Come in ogni regime totalitario storicamente esistito, l’irregimentamento della popolazione deve passare necessariamente dalle nuove generazioni: l’imposizione del GP per qualsiasi attività culturale e ricreativa dei minorenni (12-18) era già stata attuata con l’alternativa vaccino/tampone ogni due giorni; adesso con l’ignobile campagna per la vaccinazione pediatrica quasi l’intera popolazione avrà un’autorizzazione condizionata a vivere o a sopravvivere (dove già gli studenti delle scuole sono stati i più colpiti dalle demenziali misure di distanziamento sociale adottate).

Finché questa gigantesca campagna di irregimentamento della società non sarà compiuta, finché la “nuova normalità” non sarà acquisita, risulterà necessario reiterare formalmente lo “stato di emergenza” (prorogato per adesso al 31.3.2022) attraverso cui si potrà compiere ogni nefandezza nel nome della difesa della “salute collettiva”. Tutto questo nel silenzio di un Parlamento ridotto, già da tempo, ad “aula sorda e grigia”, non solo per la forza della classe dominante nell’imporre il primato degli esecutivi sulle assemblee (costituzionalmente rappresentative della “sovranità popolare”), ma anche per la responsabilità dei partiti politici, ormai ridotti a comitati d’affari di interessi privati e indicibili, che hanno da molti anni delegato la quasi totalità della preminente funzione legislativa (fondante per Costituzione il primato del Parlamento nell’indirizzo politico) ai governi, riducendo le assemblee parlamentari a luoghi di ratificazione di scelte politiche già predefinite; al pari della Presidenza della Repubblica e della Corte Costituzionale, sempre più prone ad assecondare la prassi della sovversione costituzionale e dell’azzeramento anche delle garanzie della democrazia borghese. Ma se il “sovversivismo delle classi dirigenti” e la capacità delle classi dominanti di frenare ogni spinta verso l’espansione di una democrazia sostanziale non sono certamente un fatto nuovo, l’utilizzo della “pandemia” per una torsione totalitaria del governo della società rappresenta un salto di qualità che non può essere ignorato.

Una ignoranza che invece sembra aver colpito – come un virus – la grande maggioranza dei gruppi, delle riviste, dei “centri sociali”, degli intellettuali che si autoposizionano nella sinistra “antagonista”, “di classe” o “anticapitalista”. Un’ignoranza che - va detto – è figlia di un analfabetismo di ritorno del quale da tempo si vedevano i segni nella teoria e nella prassi di molte di queste soggettività, spesso ridotte a conventicole completamente separate dai processi reali, ormai incapaci di sviluppare una qualsiasi analisi “materialistica” della realtà sociale.

Sulla débacle della “sinistra antagonista”

Infatti nell’ipnosi della Grande Narrazione sono purtroppo caduti anche molti compagni, benché le cadute siano state di differente intensità.

Un elemento che sembra essere base comune delle differenti cadute è l’adesione all’idea che di fronte alla “catastrofe” non si potesse che aderire anche all’idea del vaccino salvifico, come unico strumento possibile per uscirne.

L’attesa messianica del vaccino ha a sua volta comportato per molti compagni l’accettazione acritica di tutte le misure di “contenimento” per quanto contraddittorie o disfunzionali fossero in realtà: dal lockdown (dal quale erano esentati i lavoratori in quanto forza lavoro, ma non nel loro tempo di non-lavoro) alla colorazione delle Regioni con criteri cangianti; dal “distanziamento sociale” (dove la distanza raccomandata variava di mese in mese) alla caccia all’untore; dalle più strampalate affermazioni degli “esperti” del CTS in tv sui canali di contagio alle mascherine all’aperto; dai banchi a rotelle dell’Azzolina ai dispositivi di costrizione degli studenti in scuole ridotte a lager, ecc.

Una volta avviata la campagna vaccinale questi compagni si sono trasformati in soldatini abili e arruolati per la vaccinazione di massa, nonostante fossero già emersi molti dubbi (non tra i terrapiattisti, ma nella comunità scientifica internazionale) sull’opportunità di utilizzare per tutta la popolazione dei “vaccini” a base r-mna messi sul mercato senza seguire le procedure standard e quindi “sperimentali” per definizione. E la loro “fede” nel vaccino e l’ansia di vaccinare tutti non è stata scalfita neppure quando progressivamente gli stessi “esperti” di governo hanno dovuto riconoscere sia che il Covid è un virus in generale asintomatico e colpisce prevalentemente gli anziani e le persone fragili, sia che questi vaccini offrono una assai parziale (in termini sia temporali che percentuali) garanzia rispetto al rischio di contagiare, di contagiarsi e di finire in terapia intensiva. Una fede cha ha unito questi compagni nella vibrante richiesta della abolizione dei brevetti al fine di poter sottoporre tutta la popolazione mondiale ai vaccini sperimentali: uno pseudo-internazionalismo che però non pare molto apprezzato dai popoli oppressi dal dominio imperialistico.[24]

Quando nella Primavera scorsa il governo ha introdotto i primi obblighi di “green pass” la “rana” era ormai “già bollita”: salvo poche eccezioni, i compagni “caduti” hanno dato la loro adesione anche a questo, e di adesione in adesione hanno applaudito anche alle successive decisioni in nome della “difesa della salute pubblica”, quali l’odiosa rappresaglia – via obbligo vaccinale – per il 5% dei non ancora vaccinati della Scuola, il Super GP e via aderendo. Conseguentemente hanno deciso di schifare le “piazze no green pass” composte unicamente, in base alle loro analisi “da tastiera”, da negazionisti, complottisti, terrapiattisti, reazionari e fascisti, tutti poi unificati nel più sintetico stigma “novax”.[25] E, sempre “coerentemente”, adesso questi compagni fanno il tifo per la campagna vaccinale pediatrica.

Insomma, l’iniziale adesione alla Grande Narrazione, ha comportato un processo a valanga che li ha travolti, producendo così la più grande débacle della sinistra “di classe” dai tempi della crisi degli anni ’70.

Senza la pretesa di offrire un quadro sistematico delle differenze nella intensità della “caduta”, abbiamo visto:

 

  1. micro-organizzazioni ormai incapaci di qualsiasi azione politica se non quella di presentarsi alle finzioni elettorali per conquistare lo 0,0x%. come il PCL che ha entusiasticamente difeso anche il Green Pass, o come il PRC e Potere al Popolo che hanno prodotto solo qualche formale dichiarazione “contro il Green Pass” per nasconderne la sostanziale adesione, con la buona compagnia di molti “centri sociali antagonisti”, di quasi tutti i “sindacati di base” (Cobas, USB e compagnia cantando), di diverse riviste on line “anticapitaliste”, ecc.[26]
  2. una “maggioranza silenziosa”, non meno colpevole e connivente con i dispositivi di dominio, composta da tutti quei “soggetti organizzati” della sinistra “antagonista” che hanno semplicemente ignorato la questione;
  3. quelli che hanno ripetuto un “no al Green Pass” e “all’obbligo vaccinale” nei loro comunicati, ma che si sono tenuti ben lontani dal Movimento e non hanno organizzato alcuna autonoma mobilitazione contro questi dispositivi.

In sostanza, il grave comune errore è stato quello di non comprendere il nesso strutturale tra l’acutizzarsi della crisi del Capitale e la necessità per le classi dominanti di un salto qualitativo in senso totalitario per tentare gestire questa crisi.[27]

Questi compagni, rapiti dalla Grande Narrazione, hanno quindi ritenuto di poter portare avanti la loro “opposizione al governo Draghi” (vedi il No Draghi Day) aderendo e difendendo i nuovi dispositivi disciplinari o considerandoli veltronianamente “benaltracosa”, il che li ha portati a cancellare oggi anche quelle seppur tenui critiche che alcuni di loro avevano inizialmente rivolto al “governo della pandemia”.

I compagni che quel nesso l’hanno invece compreso e denunciato, si interrogano oggi sulle possibili ragioni di questa caduta.[28]

Alcune letture sostengono che i “rapiti” abbiano scambiato la “comunità di classe” con lo Stato borghese[29], altri, che abbiano creduto di vivere a Cuba[30], ecc.

Mi pare che la causa questa débacle non si possa comunque spiegare individuando fattori congiunturali: alla base c’è a mio parere sia una disattivazione di lungo periodo alla riflessione teorica[31], sia una separazione dalla prassi dei processi reali. Nell’affermare ciò, non vi è alcun auto-compiacimento, ma al contrario una grave preoccupazione sul come poter organizzare una resistenza che sia all’altezza di questa nuova configurazione dello scontro di classe, trovandosi tanti compagni dall’altra parte della barricata.

Il Movimento contro il Gp e contro l’obbligo vaccinale è certamente ancora molto eterogeneo, ma al suo interno sta crescendo il protagonismo di tanti compagni e di lavoratori (che stanno pagando sulla propria pelle i dispositivi del capitalismo totalitario in costruzione), anche grazie alla presenza organizzata di gruppi marxisti internazionalisti, della CUB e del SOL Cobas, dei compagni del Movimento Banchi Nuovi di Napoli, del Movimento No Tav, di Radio Blackout e di alcuni centri sociali, degli “studenti no green pass” (e di tanti altri ancora) e delle centinaia di iniziative di lotta e di riflessione che si stanno moltiplicando intorno alla consapevolezza che la lotta contro il dominio capitalistico e il massacro sociale più che annunciato (ormai in modo esplicito dal governo Draghi) è tutt’uno con la lotta contro i nuovi dispositivi disciplinari che si stanno attivando.[32]

La centralità di questo nesso è ogni giorno sempre più evidente nei processi reali e confido che i fatti (che hanno la testa dura) finiranno per imporsi alla consapevolezza dei compagni che sono stati fino adesso ipnotizzati dalla Grande Narrazione dominante.

Nella drammaticità dello scontro di classe che si sta aprendo, c’è bisogno di unire tutte le forze disponibili e primariamente di questi nostri compagni che in molti casi sono e restano – nonostante l’attuale divaricazione - anche amici fraterni.

Paolo Barrucci

Sociologo

Università di Firenze

 

[1] Si veda tra gli altri: https://www.sinistrainrete.info/societa/21754-alessandro-ugo-imbriglia-e-italo-di-sabato-il-capro-espiatorio-e-la-logica-dell-emergenza.html

[2] https://www.fanpage.it/politica/per-lex-ministro-minniti-ce-unevidente-correlazione-tra-immigrazione-e-covid/.

[3] https://sinistrainrete.info/teoria/19425-roberto-fineschi-violenza-classi-e-persone-nel-capitalismo-crepuscolare.html

[4] Cfr. https://www.sinistrainrete.info/societa/19033-edmondo-peralta-the-lancet-covid-19-non-e-una-pandemia-ma-una-sindemia.html?highlight=WyJzaW5kZW1pYSJd; https://www.lavocedellelotte.it/2020/03/05/coronavirus-attacco-di-classe-3-la-natura-sociale-della-salute/; https://www.sinistrainrete.info/societa/19033-edmondo-peralta-the-lancet-covid-19-non-e-una-pandemia-ma-una-sindemia.html?highlight=WyJzaW5kZW1pYSJd.

[5] Il primo caso confermato in Cina di SARS-CoV-2 è del 17 Novembre 2019, mesi dopo si è scoperto che circolava in Italia già da Settembre.

[6] Ad esempio la Fondazione Rokefeller già nel 2010 aveva stilato un rapporto col quale prospettava l’evento pandemico e indicava le “misure” necessarie per affrontarlo: https://www.provincia.pisa.it/uploads/2010_08_4_15_46_28.pdf. Si vedano su questo le considerazioni del compagno Manlio Dinucci (https://www.fronteampio.it/manlio-dinucci-lemergenza-covid-pianificata-da-tempo/).

[7] Si rimanda su questo all’ottimo lavoro di Sergio Porta: https://www.libroserenaromano.it/wp-content/uploads/prove/Narrazione-dellImmane-e-notte-della-ragione_ITA_-A.pdf. Molti spunti interessanti, seppur con una impostazione teorico-politica significativamente lontana dalla mia, si trovano nel saggio di Giulio Milani, scrittore e ricercatore, animatore del movimento di “Rivoluzione allegra”, dove si individuano alcuni passaggi verso lo Stato etico-totalitario. Cfr.: https://www.imperdonabili.org/2021/04/25/la-peste-e-la-rivoluzione/.

[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Gestione_della_pandemia_di_COVID-19_in_Italia#Fase_1:_lockdown_(9_marzo_-_3_maggio)

[9] https://www.sinistrainrete.info/societa/20234-marco-d-eramo-scienziati-o-esperti-come-il-covid-ha-cambiato-il-rapporto-tra-scienza-e-societa.html

[10] Cfr. https://ippocrateorg.org.

[11] Ad esempio, in molte Regioni i Centri Unici di Prenotazione dei Distretti non hanno accettato alcuna prenotazione (e hanno disdetto anche quelle già programmate), neppure per i pazienti oncologici, fino al Giugno inoltrato del 2020, il che ha provocato e provocherà, come denunciato anche da diverse associazioni di medici, un aumento dei decessi e della morbilità nella popolazione che non ha avuto accesso alle cure.

[12] Cfr. https://www.sinistrainrete.info/politica/21809-leonardo-mazzei-vaccini-la-propaganda-e-la-realta.html

[13] Cfr. https://www.editorialedomani.it/fatti/conte-speranza-silenzio-riunione-segreta-bergamo-dpcm-fantasma-mancata-zona-rossa-covid-k5lbdfyn; https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/10/epidemie-e-controllo-sociale/.

[14] È bene ribadire; la vera emergenza non è prodotta dal virus, ma dalle politiche criminali del governo e da un sistema sanitario distrutto dalle terapie neoliberiste. Una reale emergenza sanitaria, sulla quale negli ultimi anni non si è intervenuti in alcun modo, sono i 50.000 (!!!) decessi annui che si registrano in Italia per “infezioni ospedaliere”, ossia cittadini che entrano in ospedale per curarsi e invece in ospedale contraggono una infezione che li uccide!

[15] Cfr. https://www.lafionda.org/2021/06/22/paradigma-covid-collasso-sistemico-e-fantasma-pandemico/.

[16] Sul punto rimando alla lettura attenta degli articoli di Fabio Vighi pubblicati sul web in “sinistrainrete” e in altre riviste, Autore col quale – nella sostanza - condivido le analisi delle attuali caratteristiche del capitale fittizio (speculativo).

[17] Si ritiene necessario distinguere concettualmente il lavoratore salariato dal proletario: il primo è colui che vende la sua forza lavoro in cambio di un salario (proletari, ma non solo), il secondo è colui che per sopravvivere è obbligato a vendere la sua forza lavoro in cambio di un salario e la cui esistenza dipende da quel salario (innanzitutto i familiari del salariato che non lavorano). Ne consegue che la massa dei proletari è ben più ampia di quella dei lavoratori salariati e comprende sia tutti coloro che sopravvivono grazie al salario del proletario che riesce a vendere la sua forza lavoro, sia i proletari che vengono esclusi (più o meno) permanentemente dall’accesso al mercato del lavoro.

[18] Cfr. Moini G., Neoliberismo, Mondadori, 2020.

[19] Cfr. https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/03/la-viralita-del-decoro/.

[20] Cfr. https://rivistapaginauno.it/contro-il-green-pass-la-posta-in-gioco-disciplina-e-sorveglianza/.

[21] Cfr. https://ilrovescio.info/2021/10/12/ancora-sulla-maledizione-pandemica-che-ha-colpito-la-sinistra-di-classe-ii/. Consiglio vivamente a tutt@ di tenere sott’occhio questa rivista che ha pubblicato i contributi più interessanti di quella parte della sinistra di classe che non si è fatta ipnotizzare dalla narrazione pandemica.

[22] Sul “complottismo” e sulle funzioni assunte dall’uso di questa categorie bisognerebbe scrivere un articolo a parte, ma intanto è utile ricordare che “Benché non manchino, in Italia come a livello internazionale, dei veri e propri think tank cospirazionisti (e la loro influenza si può riconoscere facilmente dai discorsi che circolano nelle piazze), il cosiddetto “complottismo” – parola che è ormai un vero e proprio ordigno concettuale nella guerra psicologica condotta dalla macchina politico-militare-mediatica contro ogni forma di resistenza – è anche l’espressione di un bisogno sociale: quello di spiegarsi gli eventi storici in modo semplificato. Il motivo non è misterioso. La conclusione per cui solo una rottura rivoluzionaria può preservare il Pianeta e insieme la nostra comune umanità non solo è poco di moda, ma è difficile da declinare nella solitudine delle personali battaglie quotidiane contro il capitale totale. È certo più rassicurante attribuire la perdita vertiginosa di ogni potere sulla propria vita e sui propri corpi a Bill Gates o ai transumanisti di Google che alle dinamiche strutturali di un intero sistema sociale. Ma questo non vale solo per le piazze “no green pass”. Vale anche per gli operai che attribuiscono il proprio licenziamento alla particolare rapacità speculativa della multinazionale che chiude uno stabilimento in piena produttività, chiedendo al governo di intervenire contro un tale “scandalo”.” In https://ilrovescio.info/2021/11/08/sulla-nave-dei-folli/.

[23] Per chi avesse dubbi in proposito è sufficiente ricordare il programma di privatizzazioni, tagli alla spesa sanitaria e pensionistica, aggressione alle condizioni di lavoro del “governo dei migliori” di unità nazionale.

[24] Cfr.: https://www.sinistrainrete.info/societa/21787-leopoldo-salmaso-via-maestra-o-assedio-di-mercanti-sulla-vaccinazione-a-tappeto-anti-covid-dell-africa.html; https://www.sinistrainrete.info/societa/21825-il-rovescio-vaccini-al-popolo.html.

[25] https://sinistrainrete.info/societa/21734-nicola-casale-no-pass-fascismo-fascisti.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter.

[26] https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21702-sonia-bibbolino-lettera-ai-compagni.html?fbclid=IwAR3LaQNRqpPKCpeBuPW5HvGAeGvuppBHSH9dwUo4DC3iqSoALtXJJzxuNMo.

[27] http://nucleocom.org/archivio/archivionote/vaccini_militari.htm.

[28] Cfr. https://noinonabbiamopatria.blog/2021/09/03/scienza-progresso-scientifico-superstizione-e-complottismo-prima-contro-replica/.

[29] Cfr. per questa ipotesi: https://ilrovescio.info/2021/08/18/appunti-e-spunti-di-riflessione-sulla-maledizione-pandemica/.

[30] Cfr. https://www.sinistrainrete.info/societa/21825-il-rovescio-vaccini-al-popolo.html

[31] Una disattivazione che sul piano teorico sembra aver cancellato non solo i fondamenti del marxismo, ma anche la critica della Scienza e della Tecnica nella sussunzione reale al Capitale, l’idea stessa di un a “Scienza” che è tale solo se critica e non dogmatica, e tutta la tradizione delle scienze sociali e umane critiche del dominio.

[32] http://www.nucleocom.org/archivio/archivionote/vaccino.htm.

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Commenti 1

Ospite - De Marinis Saverio il Sabato, 08 Gennaio 2022 18:18

Finalmente una prima presa di posizione
Non capisco e non posso accettare posizioni
antagoniste ai no wax prive di supporto
Se la destra europea vi fa banchetto e solo colpa di chi in questa cardinale questione gli ha lasciato la piazza
Non accetto che davanti a migliaia e migliaia di comuni persone che nella maggiorissima! parte non si lasciano strumentalizzare da nessuno si schierino gruppi di antifa come vivo in Germania e Austria
mi domando chi sono
Cosa vogliono
Forse sono qua perché gli stadi sono chiusi
Che quando avessero un minimo di cervello il loro posto era in testa al corteo
Non si difende il proprio ritardo negando il più massimo attacco ai diritti dell uomo
COM è possibile essere nel miglior dei casi latitanti nel prender posizione se vi sono motivi d ostacolo si apri il dibattito

Uno del 77

Finalmente una prima presa di posizione Non capisco e non posso accettare posizioni antagoniste ai no wax prive di supporto Se la destra europea vi fa banchetto e solo colpa di chi in questa cardinale questione gli ha lasciato la piazza Non accetto che davanti a migliaia e migliaia di comuni persone che nella maggiorissima! parte non si lasciano strumentalizzare da nessuno si schierino gruppi di antifa come vivo in Germania e Austria mi domando chi sono Cosa vogliono Forse sono qua perché gli stadi sono chiusi Che quando avessero un minimo di cervello il loro posto era in testa al corteo Non si difende il proprio ritardo negando il più massimo attacco ai diritti dell uomo COM è possibile essere nel miglior dei casi latitanti nel prender posizione se vi sono motivi d ostacolo si apri il dibattito Uno del 77
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