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Che cosa dicono i cittadini del Servizio sanitario nazionale? Una lettera.

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Che cosa dicono i cittadini del Servizio sanitario nazionale? Una lettera.

Che cosa dicono i cittadini del Servizio sanitario nazionale? Pubblichiamo una lettera che merita di essere letta e diffusa giusto per confutare narrazioni parziali e funzionali al potenziamento della sanità integrativa e privata

Sono appena uscita dall'ospedale, due settimane di ricovero e una operazione importante, nelle prossime settimane altre visite e controlli con la speranza che tutto vada per il meglio.

Non posso lamentarmi della sanità pubblica, sono stata curata con professionalità nonostante la carenza di personale medico e infermieristico, i carichi di lavoro pesanti, è sufficiente vedere il rapporto tra personale sanitario e pazienti, solo pochi anni fa la situazione era decisamente migliore.

Parlando con infermiere e medici ho scoperto che la spesa sanitaria è cresciuta ma non si capisce quali siano le ricadute positive sui servizi erogati perché le liste di attesa sono ancora lunghe e il personale in continua sofferenza. Se la spesa reale cresce del 20 per cento nei prossimi anni tornerà a diminuire e veniamo da anni nei quali i tagli ci sono stati e considerevoli. Io avrei potuto ricorrere ad un ospedale vicino ma lo hanno depotenziato a tal punto che buona parte delle cliniche sono state chiuse e per curarsi devi fare una ora di macchina per raggiungere la struttura più vicina. Pensate a continui viaggi, anche due volte a settimana, ai costi e ai disagi, almeno io ho un figlio che può accompagnarmi, chi deve servirsi dei mezzi pubblici impiega quasi 3 ore di tempo solo per l'andata.

Mia sorella vive in Francia dove per la sanità spendono assai di più, stesso discorso vale per un cugino emigrato 40 anni fa, causa lavoro, in Germania, ho fratelli che dal Sud vengono in Toscana per curarsi, hanno i mezzi economici per farlo e sono fortunati.

La percezione diffusa, e anche la mia, è che la spesa per il Ssn non sia affatto aumentata, se forse solo nei due anni del covid abbiamo impiegato risorse per la sanità ma allora molte cure e terapie erano sospese per la emergenza pandemica, io stessa ho impiegato 8 mesi per una risonanza magnetica, se la avessi fatta prima forse oggi avrei minori problemi di salute.

È interessante che davanti ai “tagli” non ci sia stata alcuna rivolta sociale, eppure sulla nostra salute non dovremmo transigere, anche se ci hanno abituato a subire ogni sorta di sopruso. 

Alcuni medici mi hanno parlato della de-ospedalizzazione della sanità, ma forse perché sono stati ridotti i posti letto e i piccoli ospedali chiusi, la de-ospedalizzazione appare come una scelta dettata dal contenimento della spesa pubblica, si esce prima dalle corsie, veniamo rimandate a casa ma non sempre il servizio sanitario sui territori funziona e siamo costrette a ricorrere alle strutture private. 

 Lo Stato dovrebbe gestire direttamente la sanità e non lasciare alle Regioni la gestione perché corriamo il rischio di fare solo il gioco del privato e delle assicurazioni private per quanti possono permettersele.

Nei giorni scorsi ho letto di un ospedale del Nord che fa pagare un ticket al pronto soccorso per chi vuole saltare la fila, non mi sembra sia questa una soluzione accettabile perché crea cittadini di serie a e di serie b, lo stato dovrebbe trattarci tutti allo stesso modo, ricchi e poveri. 

Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com

 

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