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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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Decenni di dominio liberista, ovvero la guerra dei dominanti contro i dominati. Appunti di fine anno.

liberismo

Sarà vero che il Terzo settore abbia anticipato e superato lo Stato, oppure che per decenni sia stato indebolito il settore pubblico per favorirne il depotenziamento a favore di Fondazioni e Terzo settore? Senza studiare e comprendere i fatti degli ultimi 40 anni difficilmente potremo orientarci nella realtà contemporanea.

Prendiamo allora spunto da varie pubblicazioni (articoli, saggi, volantini) per riassumere alcune questioni:

  • La assenza di sovranità monetaria ha gettato tanti paesi in una crisi irreversibile accrescendo il debito e i ricatti delle banche internazionali.
  • Lo Stato non si amministra come una famiglia, il rapporto tra entrate e uscite è stato semplificato a partire da Reagan e Thatcher in ossequio ai dettami della scuola liberista. Meno stato ha significato maggiori privatizzazioni, servizi più scadenti e a caro prezzo
  • Abbattere le aliquote fiscali eliminando ogni criterio di proporzionalità ha favorito solo i grandi capitali accrescendo le disuguaglianze sociali e di reddito. Prima dovrebbero arrivare le tasse e a seguire indebitamento e spesa pubblica, al contrario per 40 anni hanno abbattuto le tasse dei grandi capitali e depotenziato l'intervento pubblico con il potere di acquisto di salari e pensioni in costante perdita. Per occultare il tutto hanno cambiato il nostro stesso modo di pensare, ad esempio la vulgata comune è quella che si paghino troppe tasse e che i salari siano bassi non per gli iniqui sistemi di calcolo alla base dei rinnovi contrattuali ma per le troppe tasse pagate.
  • L'ossessione del deficit ha solo favorito la contrazione delle spese pubbliche e il sostegno statale alla domanda e ai consumi a favore invece del capitale
  • Una tassa del 2% sui patrimoni sopra i 50 milioni di dollari sarebbe sufficiente ad annullare i debiti universitari che imperversano sulla vita di milioni di americani. Con questi soldi potremmo aprire centinaia di asili e centinaia di scuole pubbliche e consentire l'accesso alle scuole secondarie e università di quella parte della popolazione alla quale, per ragioni economiche, è impedito l'accesso. Con le dovute proporzioni, una sorta di Patrimoniale in Italia consentirebbe il potenziamento di sanità e istruzione pubblica, un piano di manutenzione del territorio che darebbe lavoro anche a migliaia di uomini e donne. Ecco a cosa servirebbe una Legge Patrimoniale.
  • Se il deficit rappresenta un tabù qualcuno dovrebbe spiegare perché la madre di tutti i capitalismi, gli Usa, abbiano il deficit più elevato del mondo.
  • I democratici Usa, come il centrosinistra europeo, hanno introiettato l'idea che il bilancio statale debba essere gestito come quello di una normale famiglia. Se negli Usa hanno introdotto la neutralità di bilancio, nel vecchio continente sono le regole di Maastricht a determinare il contenimento del deficit e le politiche di austerità. Meno introiti dalle tasse e conseguente riduzione dei fondi per sanità, istruzione e welfare
  • In Italia il ruolo della magistratura contabile è stato determinante non solo per affermare le politiche di austerità ma sottoporre il settore pubblico al controllo asfissiante con la costante minaccia del danno erariale. Allo stesso tempo i reati finanziari e ambientali godono di una sorta di impunità o comunque vengono assai poco perseguiti
  • Per 50 anni gli economisti sono stati in linea con i dettami liberisti, a partire dai primi anni Settanta il pensiero neokeynesiano è stato messo in soffitta, le Fondazioni hanno svolto un ruolo determinante per mettere ai posti di comando i loro uomini e il pensiero unico delle privatizzazioni
  • L'economia del baratto e le teorie della decrescita sono stati funzionali, attraverso narrazioni anche antistoriche, a favorire l'idea che abbattendo ruoli e funzioni statali, la stessa sovranità monetaria, l'economia ne avrebbe tratto beneficio. È accaduto invece l'esatto contrario, Meno stato significa accrescere le disuguaglianze, minore intervento in campo educativo e sanitario. In numerosi enti locali si è scelto il project financing e il partenariato pubblico e privato per la gestione di numerosi servizi la cui gestione da pubblica passa in sostanza al privato perché le entrate degli enti locali sono così basse da non permetterne manutenzione e controllo
  • Ci sono spese pubbliche in costante aumento per la copertura delle quale i Governi non si pongono alcun problema, ad esempio le spese militari cresciute nel 2019, negli Usa, di oltre 80 miliardi di dollari rispetto a quanto deciso dal Congresso americano che si è impegnato a spendere soldi pubblici che non aveva in cassa con la copertura della Federal Reserve, la banca statale Usa. E qui torna in gioco la sovranità monetaria...
  • Da 50 anni ad oggi i neoliberisti hanno puntato tutto sulla privatizzazione di sanità e istruzione pubblica. Gli atenei statali sono stati depotenziati e al posto di comando ritroviamo docenti e managers provenienti dalle Fondazioni nate non solo per pagare meno tasse, ma per dirigere a scopi privati, e di profitto, la macchina pubblica. Gli Usa e la Gran Bretagna hanno fatto scuola, ma negli ultimi 10 anni anche il vecchio continente si è dato da fare. Così oggi ritroviamo a capo delle task force ministeriali esponenti di spicco di Fondazioni collegate a multinazionali, il sopravvento dei cosiddetti tecnici sulla politica intesa come tutela degli interessi generali. Per raggiungere questi scopi serviva alimentare l'antipolitica e la sfiducia verso gli strumenti tradizionali (in qualche modo la riduzione del numero dei parlamentari è figlio di questa cultura).
  • Marco D'Eramo, nel suo ultimo saggio, parla di guerra invisibile dei potenti contro i sudditi. Una guerra condotta senza esclusione di colpi tra privatizzazioni, perdita di sovranità monetaria, politiche di austerità e detassazioni dei capitali con lo stato sociale ridotto ai minimi termini, con la contrazione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni a favore dello scambio diseguale tra bonus e aumenti contrattuali che poi ha portato al potenziamento di sanità e previdenza integrative. È questa la storia italiana ed europea degli ultimi decenni con la partecipazione attiva dei sindacati confederali allo smantellamento delle vecchie dinamiche contrattuali e salariali (dalla svolta dell'Eur in poi).
  • I contributi pubblici delle Fondazioni non sono mai disinteressati ma funzionali ad un progetto articolato di controllo e di indirizzo del pubblico a fini speculativi e privati. Negli Usa sono state introdotte leggi in numerosi stati che permettono ai genitori non solo di licenziare presidi e docenti, ma perfino di svendere ai privati una scuola proprio come volevano le Fondazioni che, con la scusa di migliorare la qualità dell'insegnamento e l'efficienza degli insegnanti, hanno imposto programmi di studio interessati o messo sotto il loro controllo l'istruzione e la ricerca pubblica. Le Fondazioni sono state il braccio armato delle politiche liberiste occultando la loro nefasta opera dietro operazioni false e ipocrite da mecenati disinteressati. La politica del voucher è figlia di questa cultura deleteria, il buono da spendere indistintamente nelle strutture pubbliche o private, in Italia è accaduto con gli asili nido, servizi a domanda individuale che vedono una forte commistione fra strutture pubbliche e private. Da anni si parla di costruire nidi e materne pubbliche in numero sufficiente alle reali necessità, ma anno dopo anno i soldi nostri vengono spesi invece per finanziare le strutture private, religiose o di terzo settore che siano. Il protagonismo dei genitori nelle scuole era stato figlio di una cultura democratica, oggi negli Usa diventa lo strumento falsamente democratico con il quale si mettono sotto sorveglianza, attraverso Fondazioni e strutture religiose, le libertà di insegnamento e la scuola pubblica in generale per svenderla, alla occorrenza, ai privati licenziando docenti scomodi per la loro autonomia didattica e di pensiero.

I liberisti in 50 anni hanno raggiunto i loro obiettivi che erano:

  • Il compito dello Stato è quello di favorire il mercato, anzi meno Stato significa certamente più mercato e vuol dire piegare le logiche pubbliche e statali alle logiche e agli interessi del mercato.
  • La funzione attribuita allo Stato è quella di estendere a tutti i settori della società il modello dell’impresa. Non c’è intervento nella scuola, nella sanità, nella ricerca che non sia legato a quel modello di impresa il cui imperativo è esclusivamente quello di fare profitti.

Da anni si guarda al passato nel tentativo di trovare linee guida utili nel presente, manca invece lo studio sui meccanismi di sfruttamento e di dominio applicati negli ultimi decenni, meccanismi che hanno influenzato il nostro stesso modo di pensare e di vivere la contraddizione tra capitale e lavoro. Lo studio dei dominanti non significa abbandonare i dominati o cadere nella accademia. È vero invece l'esatto contrario ossia che non si capisce cosa sia accaduto alle classi subalterne se non comprenderemo bene la guerra condotta contro di loro da 50 anni di liberismo.

Redazione pisana di Lotta Continua

(Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)

 

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Commenti 1

Ospite - Alberto Ferrero il Giovedì, 31 Dicembre 2020 09:34

Ottima sintesi.

"avevamo la ragione e la forza
ci è rimasta la ragione...
coraggio compagni"

Ottima sintesi. "avevamo la ragione e la forza ci è rimasta la ragione... coraggio compagni"
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